Due righe di presentazione ... |
Mi chiamo Giovanni Saracco e faccio l'architetto. Ci sono arrivato dopo tanti anni di gavetta: garzone agricolo, operaio, poi geometra ed infine laureato, lavorando di giorno e studiando di sera. Sono sposato ed ho quattro figli. Sono impegnato in politica con la sinistra. Si dice che c'è disgusto tra la gente verso i partiti e verso la politica in generale. Questo disgusto nasce da un equivoco. La politica non è ciò che vediamo tutti i giorni in televisione: incontri tra segretari di partito, oscure dichiarazioni, linguaggio incomprensibile, noia. Politica è il vivere quotidiano in mezzo agli altri, sono le nostre esigenze, i nostri problemi: il lavoro, la scuola, i figli. Ciascuno di noi, come singolo o come gruppo, ha delle esigenze; politica è far andare d'accordo queste esigenze con quelle della collettività, con quelle generali. Una nuova dirigenza deve essere capace di raccogliere tutto le "briciole" di politica che ci sono in ogni nostra attività per organizzarle in un progetto. Questo progetto deve essere visibile, ciascuno dove ritrovarci il suo contributo e si deve vedere che è utile, che cambia le cose nella direzione delle esigenze di chi lo ha voluto. Questo è il vero modo di fare politica, di esprimere le proprie necessità e vederle camminare. Ma una nuova politica ha bisogno di nuovi strumenti e di un nuovo linguaggio; il linguaggio della politica deve essere quello che parla la gente comune, quello che parla ciascuno di noi. Perché se noi capiamo, cresciamo. E se la gente cresce, cresce anche la sua capacità di produrre politica e non c'è disamore, non c'è più il rifiuto ed il disgusto. Sarà un po' difficile avendo lasciato cadere la situazione così in basso. Già mettere la pazienza necessaria per farsi capire è un gesto importante. Usiamolo come metro di giudizio tra chi vuole farsi capire e chi no. "Tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". E' l'articolo 49 della Costituzione. Ed è ciò che devono essere i partiti: strumento, supporto, aiuto, stimolo al far politica, non gestori dello Stato. Uno Stato all'interno dei quale devono esistere regole note e certe, uno Stato basato sul diritto. La certezza dei diritto difende i più deboli, i più forti il diritto se lo fanno da soli, per sé. Occorre poter premiare li merito e censurare la trasgressione; deve esserci responsabilità personale; si deve poterla individuare sempre per capire, premiare, sanzionare. Persone di fronte a persone, non numeri di fronte a sportelli. Fare il proprio dovere deve tornare ad essere gratificante e deve essere riconosciuto. "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". E' nuovamente la Costituzione, all'articolo 53. Ciascuno di noi ha bisogno di servizi: i trasporti, la sanità, la previdenza, la scuola; non ne possiamo fare a meno. Tutti devono contribuire a pagarne il costo perché anche i più deboli li possano usare. Pagare le tasse è un dovere a cui nessuno deve potersi sottrarre; conoscere come vengono spesi i nostri soldi è un diritto che tutti dobbiamo pretendere. E la trasparenza deve anche essere il sistema con cui viene estirpato lo spreco. Far politica è la mia vita. Far politica da sinistra è la mia scelta di campo. Sinistra e destra oltre i vecchi schieramenti. Destra è utilizzare per sé ciò che c'è. Sinistra è inventare continuamente risposte nuove, più avanzate alle proprie esigenze. E' godere di questo impegno e di queste invenzioni da praticare con gli altri. Sinistra è essere "pierini" cioè godere esistenzialmente di ciò che si fa e farlo con gaiezza. Sinistra è politica come vita. Destra è politica come esercizio del "potere". Sinistra è essere al meglio di sé solo con gli altri. Destra è prevalere sugli altri; è sfruttare gli altri a vantaggio di sé. Sono orgoglioso del mio passato: Azione Cattolica, famiglia, sindacato, lavoratori studenti, professione, Sinistra Indipendente, istituzioni. Oggi spero, con l'aiuto del buon Dio, di continuare a seguire la mia passione più grande : la politica come servizio.
Giovanni nasce a Cantarana d'Asti nella cascina del medico del paese, dove i genitori facevano i mezzadri, il giorno dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre del 1932. Nonno Giovanni, detto "Baranchin", e papà Angelo sono contadini fino al 1936 quando la famiglia Saracco si sposta a Villafranca d'Asti e dopo in Regione Borgovecchio, vicino alla stazione perché papà è diventato ferroviere. Sono gli anni dei figli della lupa e dei piccoli balilla ed il piccolo Giovanni, che frequenta le scuole elementari, scrive a Mussolini per avere in dono un moschetto; il duce risponde e fa consegnare il dono dal segretario del fascio di Asti. Rifiutata la possibilità di proseguire gli studi in seminario, offerta dal Parroco di Villafranca don Domenico Givogre, Giovanni è contadino a sua volta, poi fabbro ed infine apprendista meccanico: i primi anni della guerra passano così. Nell'ottobre del 1944, durante un rastrellamento, i nazifascisti impiccano nei pressi della stazione di Villafranca un partigiano comunista: Luigi Capriolo. Durante la notte la famiglia Saracco fugge a Valleaudana. Giovanni ha 10 anni, nel 1942, quando si iscrive all'Azione Cattolica: sono gli anni della formazione giovanile. Vi resterà fino al 1952 leggendo tutta la biblioteca locale ed imparando a giocare a biliardo, i personaggi di Salgari e Mandrake sono i suoi eroi. Intanto la ditta Cuffini, presso cui lavora come operaio, si trasferisce a Torino: è sul treno di tutti i giorni che, nella primavera del 1953, conosce Liliana che sposerà quattro anni più tardi. Il rimpianto per gli studi interrotti è grande; rubando tempo al sonno Giovanni continua a studiare: nel 1947 corso per corrispondenza all'Istituto Volontà di Roma, dal 1950 corso serale triennale per la qualifica di meccanico motorista presso l'istituto Birago di Torino, nel 1958 ottiene il diploma professionale di meccanico, condensando tre anni in uno, presso l'istituto Leonardo da Vinci di Torino. Servizio di leva a Trento, assunzione alla Fiat alle Officine Ausiliarie ed il matrimonio celebrato da don Costa dell'Azione Cattolica, scandiscono gli anni 50, durante i quali Giovanni ha i primi contatti con l'attività politica. Nel 1958 frequenta l'Istituto Lavoro e Scuola a Torino dove incontra Piero Quarello (nipote del Costituente Gioacchino Quarello) insieme a cui fonda il Centro Attività Sociali del cui periodico, "Giovani a Torino", sarà Direttore Responsabile nel 1963-64. Studiando di notte, tra il 1958 ed il 1960, ottiene il diploma da geometra, sostenendo l'esame di stato nell'estate del 1960 all'istituto Sommelier di Torino. La qualifica professionale (è rettificatore di prima categoria) ed il diploma faticosamente conquistato fanno sperare in migliori opportunità: la Fiat nega ciò e Giovanni si licenzia, impiegandosi come segretario economo avventizio all'Istituto Carlo Alfonso Bonafous. Gli anni 60 sono il momento centrale della formazione politica; Giovanni è il direttore dell'Istituto Felice Balbo dove conosce coloro che considera i suoi maestri: Ernesto Baroni, Felice Balbo, Italo Martinazzi ed in generale l'area della sinistra cristiana del periodo. Tra il 1961 ed il 1969 nascono Giorgio, Marco e Paola. La famiglia Saracco è a Carignano dove Giovanni lavora come capo dell'ufficio tecnico del municipio. Nel 1969 è tra i fondatori dell'ISESCO, l'Istituto di Studi e Servizi per lo Sviluppo della Comunità, nel quale lavorerà dal 1971 fino ad oggi, occupandosi di ricerca sociale, urbanistica e governo dei territorio. Monica, la più piccola, nasce nel novembre 1973. Giovanni si laurea con lode nel 1975, con una tesi sull'urbanistica nell'area metropolitana il cui relatore è Leonardo Mosso. Iscritto all'Ordine degli Architetti, è dal 1977 al 1985 membro tecnico della II Commissione strumenti urbanistici del comprensorio di Torino e componente del direttivo del SUNIA. Contribuisce, nel 1975, a far nascere a Torino la Sinistra Indipendente, di cui è stato membro della segreteria. Pur risiedendo a Torino dove svolge l'attività professionale, nel 1985 è eletto consigliere comunale a Villafranca d'Asti e consigliere provinciale ad Asti come indipendente nella lista del PCI. Nel marzo del 1989 nasce Paolo, il primo nipotino, ed a maggio del 1990, grazie all'impegno degli amici della lista "Insieme per Cambiare" e della gente, è Sindaco di Villafranca d'Asti, impegno che onorerà con due mandati. Tra il 1996 ed il 2001 è Senatore della Repubblica. E' stato segretario dell'Unione Comunale dei Democratici di Sinistra di Asti fino agli inizi del 2005. | ||
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