Spigolature.

Le riflessioni del 2004

In fine d'anno.

Nell'immane tragedia causata del maremoto nel sud - est asiatico le perdite di vite umane potevano essere di molto ridotte se ci fosse stata la possibilità di dare l'allarme agli abitanti e ai turisti. Ma non s'è potuto perché non c'erano sul posto le apparecchiature necessarie, nonostante si tratti di eventi non unici in quella parte della Terra.

In Parlamento si discute ormai poco o punto. E' capitato così anche per l'approvazione della legge Finanziaria per il 2005, dove il voto di fiducia - adottato per tagliar corto - l'ha fatta da padrone. Il risultato è un lavoro fatto male con la democrazia in sofferenza.

Invece in Consiglio comunale di Asti si discute, eccome! Si tratta anche qui di una finanziaria ma in piccolo, cioè del bilancio della città per l'anno 2005, che preoccupa perché il governo di centrodestra prende le tasse come e più di prima e dà meno soldi ai Comuni che devono fare i salti mortali per garantire ai cittadini i servizi di competenza.

Il segretario provinciale di Asti del movimento sociale fiamma tricolore propone di fare cultura censendo e restaurando le migliori frasi scritte nel ventennio sulle case della provincia, asserendo che la ricerca delle nostre radici e della nostra identità può iniziare anche da lì. Siccome la supplica è rivolta all'Amministrazione Provinciale sarà interessante conoscere se e cos'essa risponderà. Personalmente ho memoria di: "bisogna ancora dormire con la testa sullo zaino", "noi tireremo diritto", "il duce ha sempre ragione".

Nel frattempo l'on. La Russa di An si è portato avanti col lavoro, al punto da dichiarare che: "se oggi in questo Paese si può parlare di nuovo di fascismo, è grazie a noi…….e se alla Rai c'è stata una trasmissione importantissima come Porta a Porta sulle ragioni di Mussolini, è grazie a noi" (da L'Unità del 29 dicembre che cita Il Giornale del 30 novembre).

Recentemente il Presidente del Consiglio s'è dimesso da presidente del Milan calcio. Un primo timido tentativo per rimuovere il macigno del suo conflitto di interessi.

Ostentare ottimismo di facciata non basta a mascherare le difficoltà in cui versa l'Italia, perché la realtà ha la testa dura ed è lì a testimoniare che l'economia ha il fiato corto e molte famiglie non hanno i soldi per arrivare alla fine del mese. Da questa situazione se ne esce puntando i piedi e dando il meglio di sé con tutti quelli che ci stanno, per tornare all'onore del mondo.

S'attende di vedere chi riuscirà a mettere democraticamente in campo capacità, credibilità e autorevolezza per guidare il Paese in questa sfida.

31 dicembre 2004

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243 grammi.

Se vogliamo dircela tutta, sono molte le persone cui sia venuto da pensare qualche volta - e con maggior frequenza in tempi incerti e perigliosi come gli attuali - che viviamo in un mondo un po' distante dalle personali aspirazioni, dai desideri di ognuno e restio a mostrare una qualche indulgenza verso di essi.

Tutto ciò non ha però dissuaso la neonata più piccola del mondo - 243 grammi di peso alla nascita tre mesi fa a Chicago - dal mettercela tutta per restarci in questo mondaccio, riuscendoci anche. Adesso pesa oltre un chilo, sta bene ed è felice di aver vinto la sua prima importante scommessa. E noi con lei.

Ma se le ragioni per vivere sono così semplici e forti, perché l'umanità non ne coglie appieno il senso e non vi impronta il proprio agire quotidiano, anzicchè dannarsi l'anima per farsi del male?

Indubbiamente lo stacco è forte e inane appare lo sforzo necessario per invertire il senso di marcia, ma se modifichiamo anche solo un poco la nostra vita di tutti i giorni nel senso desiderato, le possibilità di farcela paiono subito più realistiche, alla portata di chiunque e con risultati già apprezzabili in un tempo ragionevolmente breve.

Certo bisognerà perseverare per superare le difficoltà che si frapporranno specie all'inizio, dopodiché però si incontreranno compagni di viaggio con cui condividere la sfida giovandosi dell'aiuto reciproco.

Consapevoli che è meglio porsi in marcia per tempo, con la possibilità di regolare il passo in base alla capacità di ognuno, piuttosto che rincorrere situazioni fuori controllo dove i primi a pagare lo scotto sono proprio quelli che non ce la fanno a tenere il passo.

E sarà gioioso ed appagante scoprire insieme che il mondo può accogliere i desideri dei suoi abitanti.

24 dicembre 2004

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Buon Natale!

A palestinesi e israeliani che cercano in modo sofferto la soluzione due popoli, due territori per vivere in pace.

Al popolo iracheno affinché possa darsi in pace gli ordinamenti per costruire una convivenza rispettosa dei diritti personali di libertà, uguaglianza e giustizia al suo interno e insieme ai popoli del mondo.

Ai ceceni martoriati, con il riconoscimento all'autodeterminazione che valorizzi la loro specificità nel più vasto contesto di cui sono parte.

Al continente africano delle cui risorse non beneficiano in modo equo i suoi abitanti che vivono ancora inaccettabili condizioni di povertà, di indigenza, con limitate possibilità di vita ed elevata mortalità infantile.

Ai popoli del continente americano i cui contributi al miglioramento delle sorti del mondo sono notevoli e possono raggiungere risultati più apprezzabili se rispettosi della sovranità, dei modi di vita, della cultura e delle tradizioni delle genti cui i contributi stessi sono rivolti.

All'Unione europea che sta facendo passi importanti nell'integrare nuovi Paesi dandosi istituzioni che le consentono di operare sempre meglio, con efficacia e riconosciuta autorevolezza nel mondo globalizzato.

All'Italia alle prese con un momento problematico e gravido di incertezze che ne frenano l'impegno impedendole di avvantaggiarsi come sistema - paese di opportunità che pure qua e là si manifestano.

All'astigiano auspicando che energie e risorse siano anche volte a sviluppare conoscenze, saperi, intraprendenza e qualità diffuse in modo da poter proporre sempre al meglio il meglio di sè.

17 dicembre 2004

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Ancora sul congresso dei Democratici di Sinistra.

Intervento introduttivo di Giovanni Saracco al Congresso dell'Unione Comunale del 12 dicembre 2004.

Portiamo a questo nostro Congresso dell'Unione Comunale di Asti una realtà che ha ripreso fiato da tre anni e rotti a questa parte, ed ha contribuito efficacemente a vincere ad Asti nel 2002 con la grande coalizione formata dal Centrosinistra con Rifondazione comunista, la lista del Sindaco Voglino, ora Asti democratica, e con la lista promossa dall'avv. Pasta che con coerente scatto d'orgoglio politico si è sottratto alle logiche di potere fini a se stesse.

Quanto tutto questo abbia giovato è sotto gli occhi di tutti, per la Città, per la coalizione e per le singole componenti tra le quali i Democratici di Sinistra sono maggioranza relativa.

Nell'Amministrazione di Asti si sta lavorando bene e relazionandoci meglio e più d'appresso con i cittadini e mettendo un po' di peperoncino nel nostro fare si può puntare ad una seconda parte della legislatura in crescendo. C'è altresì lo spazio per relazionare ancora meglio lavoro politico e lavoro istituzionale e prestare più attenzione alla valorizzazione dei talenti e delle disponibilità personali coinvolgendo con più accortezza anche tutti i livelli dell'organico comunale.

Siamo attrezzati per produrre soluzione ai problemi insieme alle persone in carne ed ossa, così come il nostro tempo ce le propone, relazionandoci con le istanze dell'economia, guidati dalla concettualità e dalla pratica riformatrice che si confronta, finalizzando il tutto ad una qualità della vita sempre più stimolante, gratificante, inclusiva e solidale. Raccogliendo anche gli spiccioli di politica che donne e uomini producono nella loro attività quotidiana per farli concorrere alla costruzione dei progetti che a loro interessano.

Una politica che vive anche di valori antichi e sempre nuovi come l'amicizia, la stima, la fiducia la fedeltà alla parola data, nella consapevolezza che si tratta di valori autonomi, gelosi della propria reciproca autonomia e indipendenza, che vanno salvaguardati riconoscendo alla politica, cioè all'espressione pubblica delle decisioni sempre democraticamente controllabili, il vero elemento di garanzia.

Avvertiti che trattare in modo eguale persone, situazioni, ceti e classi sociali che vivono condizioni di vita più e meno buone, significa perpetuare le disuguaglianze, mentre è conforme alla giustizia sociale ed alla nostra Cosituzione porre tutti nella condizione di esprimere il meglio di sé, chiamando a concorrervi affinché ciò si realizzi i cittadini in relazione alla loro capacità contributiva con il criterio della progressività; modalità questa che non è osservata se si taglia poco o punto le tasse a chi ha poco e di più invece a chi ha già molto.

Pensando alla globalizzazione come ad un fenomeno da governare, anche agendo localmente, cioè collocando il nostro operare nel quadro degli orientamenti generali che si condividono, interagendo così con naturalezza e portando il proprio contributo per il raggiungimento degli obiettivi comuni.

Con sano realismo ritengo che tutte e quattro le mozioni contengano spunti interessanti ed importanti: più finalizzati al governo e quindi più mediati, oppure più volti a stimolare il dibattito, la ricerca, lo sviluppo delle idee. Tutte comunque suscettibili di dialetticamente concorrere - come i pallini rossi della mia cravatta - alla formazione ed al miglioramento del bagaglio politico dei Democratici di Sinistra e di quant'altri operano per lo sviluppo della democrazia dell'alternanza, concretamente applicata già a far tempo dalle elezioni regionali del Piemonte del prossimo mese di aprile 2005.

12 dicembre 2004

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Comunisti, computer e "Made in Italy".

La Cina è più vicina adesso che il Presidente Ciampi c'è andato a sponsorizzare il "made in Italy", che per la verità è da tempo presente nel Paese della Grande Muraglia: la differenza sta nel fatto che finora ha dovuto fare il "boia e l'impiccato" cioè tutto da solo, in barba al comandamento dettato e presto dimenticato dal nostro presidente del consiglio di fare di ogni nostra sede diplomatica all'estero un centro di promozione del lavoro, dei prodotti e dei servizi italiani.

Un pimpante Carlo Azeglio - ottantaquattro ben portati in questi giorni - con la sig.ra Franca, non ha lesinato nello spendere autorevolezza personale e professionale, amicizia e ascendente pur di riuscire a dimostrare che è giovevole per entrambi i Paesi incrementare i rapporti, realizzare esperienze comuni, scambi commerciali e così via, in barba a chi pensa di "difendersi" con dazi e dogane nell'economia globalizzata.

Nel frattempo la statunitense Ibm ha venduto, senza remore, i suoi maturi computer ai comunisti eredi di Mao Tze Tung incassando un sacco di dollari - da tempo la Cina investe negli Usa rilevanti risorse finanziarie anche mediante l'acquisto di titoli del debito pubblico - e portando a New York le strutture operative con il personale della società acquirente.

Ciampi si infervora e rivolgendosi direttamente alle nostre imprese che lo hanno accompagnato le invita a ricuperare il tempo perduto (per favore, Presidente, le armi no!), senza avere paura della concorrenza: alla buon'ora!

Montezemolo numero uno di Confindustria concertante, auspica la ripetizione di questa esperienza in India fin dalla prossima primavera. E' sta bene.

In questo turbinio di rapporti spero ci si ricordi del lavoro, cioè proprio quello che ha a che fare con le persone in carne ed ossa, con i sindacati, perché tutti dovremo poter fare la nostra parte per dare le gambe alle intese intercorse; anzi non ho dubbi che Ciampi ci abbia pensato quale sommo garante della nostra Costituzione che all'articolo 1 recita appunto: "l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro..".

10 dicembre 2004

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Economia e altre amenità.

Mi richiamo alle espressioni del presidente provinciale di Alleanza Nazionale di Asti secondo il quale (lettera a La Stampa del 5.12. scorso) "il sindacato conservatore perde la sfida" in quanto lo sciopero generale del 30.11. scorso contro la Finanziaria non sarebbe andato bene perchè "si sciopera a braccetto con i padroni della confindustria" o "perché le ragioni delle sciopero generale sfuggivano ai più, tanto erano parse generiche e contraddittorie" ed ancora perché "è molto difficile scioperare contro il taglio delle tasse" e contro "un governo che va verso il mondo del lavoro e delle famiglie riducendo le aliquote".

A me pare che le cose non stiano così. Infatti l'economia non va bene ed il lavoro anche nell'astigiano scarseggia ed i primi a patirne sono i giovani, i lavoratori ed i pensionati, mentre i consumi si riducono anche per i beni essenziali, il commercio perde colpi e si innesca una spirale perversa per evitare la quale il governo di centrodesta ha fatto nulla in via preventiva né successivamente con la Finanziaria ; mentre della riduzione delle tasse potranno beneficiare i redditi alti ma non quelli ordinari della stragrande maggioranza delle famiglie che, anzi, dovranno pagare servizi ai quali il governo ha tagliato le risorse.

Sotto l'attuale governo il debito pubblico italiano è ancora come l'aveva portato il centrosinistra - Ulivo nel 2001 riducendolo di 19 punti, cioè al 106-107% del PIL (Prodotto Interno Lordo). Su questo debito lo Stato paga interessi che ci mangiano vivi per cui sarebbe vitale ridurlo ancora come chiede l'Unione Europea, utilizzando soprattutto i soldi ricavati dalla vendita di beni pubblici e da altre operazione sui medesimi. Invece il governo ha finora usato malamente questi soldi per tappare i buchi della spesa corrente, e nulla di diverso dispone la Finanziaria.

Negli ultimi anni il nostro sistema economico ha perso competitività tanto che la quota dell'Italia nel mercato mondiale è diminuita dal 5% al 3,6% e la Finanziaria su questo tace ancora. Il Presidente Ciampi queste cose le sa e la sua recente visita in Cina con una delegazione politica e di operatori economici e finanziari ha anche lo scopo di promuovere lavoro, prodotti e servizi italiani (escluda pure le armi, Presidente!).

Constatazione nuda e cruda è che aumenta la povertà, nel senso che un ingente numero di persone e di famiglie non solo non riesce a mantenere o migliorare le condizioni di vita faticosamente conquistate, ma subisce addirittura peggioramenti, tanto da doversi indebitare per arrivare alla fine del mese. Quanti si trovano in queste condizioni le stanno provando tutte - compreso lo sciopero come arma estrema - per ribadire che è ingiusto, inaccettabile oltrecchè incostituzionale che chi ha molto abbia sempre di più e chi ha poco o si sta impoverendo taccia e continui a stringere la cinghia.

9 dicembre 2004

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Sul lavoro.

Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 1: "l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro."; articolo 35: "la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni." ; articolo 41: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana".

Siccome la Costituzione è la madre di tutte le leggi ed è anche il "Patto tra gli italiani" ,ad essa bisogna fare continuamente riferimento per non perdere di vista ciò che ci unisce e su cui siamo d'accordo.

Avere memoria di ciò è particolarmente utile e di aiuto nella fase di incertezza, insicurezza e disorientamento che stiamo attraversando.

Avere un lavoro, svolgere un lavoro, poter ricavare i mezzi per una vita dignitosa per sè e per la propria famiglia e promuovere le proprie capacità personali attraverso il lavoro, e l'aspirazione di tutti.

Corrispondere a questa vitale aspirazione è un obbligo costituzionale che fa carico all'organizzazione sociale cui sovrintendono lo Stato ed il Governo del Paese.

Nei confronti del Governo un numero ingente di cittadini ha recentemente manifestato la propria forte contrarietà con iniziative varie culminate nello sciopero generale.

Il Paese è certo consapevole che non viviamo un tempo di "vacche grasse", ma ritiene che le risorse di cui disponiamo non vengano utilizzate dal Governo di centrodestra per attuare i principi costituzionali secondo equità e giustizia, quanto piuttosto per beneficiare pochi a scapito dell' Italia del lavoro, sfiduciata, irretita e pervasa da un malessere che rischia di spegnere le sue energie migliori e la sua volontà e capacità di intraprendere e di lavorare, elementi invece da valorizzare e sui cui puntare per rimetterci in cammino.

La scommessa è se, quando e come ci riusciremo. L'auspicio è che sia prima possibile.

3 dicembre 2004

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Il congresso dei Democratici di Sinistra.

Presentazione della mozione Fassino al Congresso DS dell'Unione di base di Villanova domenica 28.11.04 ore 9.30 presso Sala Consiglio comunale - a cura di Giovanni Saracco.

Congresso per mozioni, e sia; si deve votare, e sia; il segretario Fassino non è in discussione: meno male. Si può ipotizzare che la mozione Fassino non sia la più votata e che Fassino da segretario sia chiamato ad operare in conformità di una mozione altra? Mah!

Con sano realismo ritengo che tutte le quattro mozioni contengano spunti interessanti seppure con accentuazioni diverse e che tutte dovrebbero in qualche modo dialetticamente concorrere alla formazione di un programma alla cui attuazione pongano mano le migliori energie del Partito e di quant'altri esprimono contributi suscettibili di essere ricuperati, soprattutto se alla proposta s'accompagnano disponibilità operative concrete e coerenti, aiutati in questo nostro fare dal Segretario che in questi tre anni dal Congresso di Pesaro e dalla brutta sconfitta dalle politiche 2001, ha mobilitato e profuso tesori di energia che hanno contribuito a rimettere all'onore del mondo la politica di sinistra e sulle gambe i Democratici di Sinistra, forza di maggioranza relativa della coalizione costituita per battere il centro destra già nelle prossime elezioni regionali e poi alle politiche del 2006 (od anche prima se sopravverranno) ed avvicendarlo al governo del Paese.

Con sano realismo ritengo dobbiamo puntare a realizzare le cose possibili con modalità ritenute dagli elettori - in primis dai nostri elettori, ma poi anche da altri - conformi alle loro esigenze materiali, morali, di lavoro, di dignità, di sicurezza per sé e per i propri figli e nipoti. E per cose possibili la mozione Fassino indica tutto ciò che già find'ora si può fare nel senso detto e tutto quello che lavorando con grande impegno come Partito e come coalizione che comprende Rifondazione Comunista, riusciremo a rendere ulteriormente possibile, pensando globalmente ed operando localmente, come la vicenda Embraco di Villanova insegna. Cose definibili ora solo per sommi capi, con la priorità del risanamento dei conti dello Stato, di una concertazione e coesione sociale in cui il lavoro abbia il posto che si merita, un grande impegno in Europa e per la pace e la coesistenza. Una particolare attenzione ai problemi materiali e di vita dei meno favoriti, anziani, pensionati, giovani e lavoro, lavoro buono ma anche rete sociale che accompagni e segua nei percorsi per arrivarci. Sostegno alle aziende che innovano prodotto e processo e assumano: ricordo che l'Ulivo riconobbe 800 mila lire al mese di credito d'imposta automatico per ogni nuovo posto di lavoro duraturo al nord e un milione e duecento mila lire a mese al sud e che Tremonti si affrettò ad abolire senza che nessuno dicesse beh! Credito d'imposta che qualcun'altro oggi dice che sarebbe bene adottare, scoprendo l'acqua calda. Bene, nelle mozione Fassino molte di queste cose ci sono già e quelle che mancano si possono aggiungere con ordini del giorno o altre modalità, perché è una mozione aperta, recettiva, dialettica, non definitoria né definitiva, suscettibile di ricuperare il buono, nuovo ed utile che già c'è e quello che il nostro comune lavoro concorre a produrre.

Rafforzando il nostro Partito e la considerazione di cui esso gode nella coalizione dei centro sinistra con rifondazione comunista e nel consenso che riscuote tra i cittadini e gli elettori.

Non corriamo alcun pericolo di snaturare la sostanza del nostro essere politico, né di imbastardirci o dimenticare le nostre radici popolari, il nostro stare con il lavoro ed i lavoratori, per una giustizia giusta ed efficiente, un'etica politica e di vita e nella strenua difesa ed applicazione dei valori, e del patto sociale che si compendia nella Costituzione, in quanto - per dirla con le parole del compagno Rechlin -: "l'identità di un grande partito politico è nulla di più e nulla di meno della sua funzione storica. E' il suo ruolo nella vita nazionale" . E per inverare tutte queste cose occorre veramente il lavoro di tutti noi, di tutto il partito, del partito con i partiti della coalizione, della coalizione in quanto tale. E ciò che sarà di noi, se e quando sarà, dipenderà ancora solo e soltanto da noi; come da noi qui ed oggi dipende continuare il cammino intrapreso acquisendo quant'è utile per mirare meglio all'obiettivo di mandare a casa questo centro destra, dando le risposte di governo che il Paese si attende.

28 novembre 2004

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Il dehors.

Tra le molte cose di cui si discute ad Asti - senza dimenticare i temi di grande attualità come la drammatica situazione in Iraq e la Finanziaria che fa tribulare gli italiani - c'è anche il dehors che fa parte degli aspetti vivi della Città. Propaggine fuori, al di fuori di bar, pizzerie, ristoranti, che nella buona stagione realizza una sorta di piacevole interno - esterno estendendo le opportunità di stare a sé o con gli altri, in situazioni dalle più leggere e fortuite alle più sofisticate e prestabilite, segno di vitalità mi vien da dire, perfin di democrazia, nel senso di uscir fuori, esporsi, giocare alla luce del sole.

Il dehors può essere vissuto come spazio che si offre per essere modellato di volta in volta a seconda delle esigenze di chi sta al gioco; infatti non c'è nulla che non si possa fare nel dehors, tra i cui pregi c'è anche quello di sollecitare, indurre pedonalità, senza disdegnare la convivenza con mezzi di trasporto pubblico di ridotte dimensioni, azionati con energia non inquinante come l'elettricità o il metano.

E' già questi mi paiono motivi sufficienti per tesserne l'elogio.

Si aggiunga poi che il dehors consente all'attività che se ne giova di aumentare l'offerta di servizi con prontezza quando occorre, senza dover effettuare consistenti investimenti, avviando così una spirale virtuosa che può produrre posti di lavori aggiunti per intanto stagionali ma non è detto, perché gli esiti positivi riscontrati possono indurre le aziende a consolidare la tendenza con investimenti più duraturi e permanenti.

Certo il dehors viene realizzato perlopiù su suolo pubblico, per cui dev'essere ubicato laddove non crea fastidio o intralcio, intonandosi esteticamente con le caratteristiche del sito in cui viene realizzato a seconda delle modalità d'impianto: dalla semplice postazione con tavoli, sedie, ombrelloni e verde di arredo e, perché no, apparecchi riscaldanti nelle mezze stagioni, al dehors più stabile e strutturato.

Benvenuta infine l'adozione di una disciplina comunale che ne armonizzi le caratteristiche, dialogando con gli operatori interessati in modo che la città si presenti sempre più gradevole e ospitale com'è nella sua plurisecolare tradizione.

19 novembre 2004

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Giorgio Colleoni da Dalmine.

Le recenti elezioni presidenziali americane hanno rinfocolato l'annosa diatriba su quanto pesino elettoralmente le posizioni moderate e quelle più radicali.

Inserendosi in questo dibattito il sig. Giorgio Colleoni di Dalmine ha scritto (l'Unità 7.11) come desiderebbe si esprimessero e operassero coloro che si candidato a gestire la cosa pubblica.

Ecco le sue parole.

« Non siamo qui per vendere e nemmeno per comprare. Non siamo qui per vendere illusioni né promesse, ma per unire le nostre forze a quelle delle donne e degli uomini di buona volontà al fine di restituire ai nostri figli ed a noi stessi un paese di cui andare fieri.

Un paese in cui le idee siano una ricchezza e la diversità non un nemico da insultare o deridere, ma un compagno di viaggio con cui costruire insieme il futuro.

Un paese dove vivere una vita dignitosa, dove al lavoro venga riconosciuta dignità invece che insofferenza, dove i giovani abbiano, in partenza, tutti le stesse possibilità di accesso allo studio ed alla vita.

Un paese dove la giustizia non sia oggetto di scherno, piegata all'interesse dei pochi che la temono, ma il volto, le opere e la passione di uomini che camminano a fianco a noi, con tutti gli strumenti per fare bene il loro lavoro.

Un paese che non dimentichi come la Pace guida sempre l'animo dei giusti, dove gli amici non si devono tradire ma è doveroso consigliare proprio quando i loro passi li conducono sull'orlo del precipizio.

Un paese dove la televisione non ci venda carne cruda e bestemmie, ma ci mostri le opere dell'uomo, che ci aiuti a capire il nostro passato come conoscenza per investire al meglio sul nostro futuro.

Un paese dove i giornali mostrino coraggio e non viltà o interessata indifferenza verso le spire del potere, stritolati in quell'apatia dove germogliano le peggiori storie dell'uomo.

Un paese dove, al posto di mascelle volitive e digrignanti, torni il sorriso.

Non sappiamo se questo è un discorso di centro o di sinistra, perché non ci rivolgiamo alla gente del centro né a quella della sinistra ma a tutti coloro che, con la forza del cuore, possono cambiare il loro e il nostro avvenire. »

12 novembre 2004

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Ricordando l'alluvione del 1994.

Nei giorni della memoria dell'alluvione nell'astigiano del novembre 1994 desidero ricordare che alcuni territori furono aiutati ad uscire dai tragici eventi con danni modesti, oltre che dalla buona sorte anche perché le Amministrazioni di allora spinsero e cooperarono affinchè fossero eseguiti i necessari interventi di prevenzione, tra cui la manutenzione e la pulizia dei principali corsi d'acqua.

Tra queste Amministrazioni ritengo si possa annoverare Villafranca in cui, tra l'altro, erano in corso nel capoluogo importanti lavori di sistemazione stradale curati da una impresa locale che per le corrette modalità di esecuzione e direzione non subirono danni diretti né ne indussero a carico degli edifici prossimi, nonostante le imponenti precipitazioni meteoriche avessero trasformato le strade in veri e proprii rii.

Anche in virtù di quanto sopra il Comune e la sua gente poterono prestare generosi aiuti materiali, Personale e mezzi d'opera ad altri Comuni, territori e popolazioni duramente colpite dall'evento.

Una goccia di solidarietà nel mare del bisogno, certo, che mi pare però doveroso ricordare perché ne resti traccia, anche a ricordo e memoria di chi allora c'era ed oggi non c'è più.

9 novembre 2004

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Negli USA vince la paura.

Dalle recenti elezioni presidenziali americane emerge con forza che la paura non aiuta a compiere scelte nuove e più avanzate, anzi. Infatti con la conferma del Presidente Bush per il secondo quadriennio gli elettori Usa hanno inteso continuare con l'uomo che sulla paura, condita di fondamentalismo non disgiunto da tocchi di emotività, ha fatto leva per compattare il suo Paese contro il terrorismo che l'aveva proditoriamente attaccato tre anni fa con la distruzione simbolica delle Torri Gemelle di New York e l'olocausto di oltre 3 mila persone.

Paura per essere stato vulnerato a casa propria dove si sentiva sicuro. La guerra pretestuosamente motivata all'Iraq con l'intento di esorcizzarla e allontanarla da sé. Indotto contro la sua natura a sospettare di chi la pensa diversamente. Un grande popolo piegato su di sé. Che pure ha manifestato democraticamente la sua volontà partecipando e votando numeroso come di rado è successo nella sua storia.

Kerry ha tentato di rianimarlo facendo leva sui valori profondi tra cui la disponibilità ad operare con gli altri, ma ha dovuto fare i conti con la ferita ancora aperta per il torto subito che ha orientato la maggioranza degli elettori a continuare con Bush. Non è però il caso di disperare perché alcune delle cose che l'altra metà dell'America e larga parte del Mondo si aspetta, Bush in questo secondo mandato dovrà pur farle, come la pacificazione del Medio Oriente, la cessazione degli interventi militari unilaterali, l'adesione al protocollo di Kyoto sull'ambiente e altro ancora. Ed è su queste cose che si misurerà il senso vero della sua dichiarazione di voler essere il Presidente di tutti.

L'Italia e l'Europa possono lavorare in amicizia con l'America senza assecondarne acriticamente le pulsioni, ma ragionandoci, insieme con il mondo che ha bisogno di guide sapienti, capaci, determinate, piuttosto che di espressioni di potenza da temere. Per battere il terrorismo, ripudiare la guerra, tenere a bada gli egoismi, sviluppare la giustizia e la solidarietà e trasformare l'attuale bailàmme in composita entità planetaria, valorizzando la volontà e la capacità degli uomini liberi.

5 novembre 2004

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Sul tartufo.

Grande Cinquantenario della Fiera del Tartufo di Moncalvo domenica 24 ottobre scorso e buon prodotto nonostante la stagione asciutta e la ancora scarsa efficacia delle iniziative per disciplinare la ricerca e praticare una adeguata manutenzione al territorio e all'ambiente, per consentire all'esigente e nobile tubero di continuare a riprodursi come natura comanda.

Così tra i pregiati efflui che deliziavano la moltitudine di partecipanti, e l'attribuzione di numerosi premi ai trifolao più bravi e fortunati - il più importanti dei quali a Sandrino per una rarità gemellare - ho incontrato Nino il maniscalco, esperto quant'altri mai e custode integerrimo e geloso di conoscenze e saperi, che - intercalando il suo dire con argute citazioni, facezie e aneddoti - m'ha rappresentato lo stato dell'arte, che mi pare di poter riassumere così.

Negli ultimi lustri si sono significativamente modificate le condizioni che per secoli hanno accompagnato la storia del tartufo, influenzandone la produzione, la ricerca, il prezzo (oggi anche 250 euro e più all'etto!) ed il consumo. La natura in particolare stenta a stare dietro a questi cambiamenti e manifesta disagi e affaticamento, a lenire i quali non bastano i pochi che lodevolmente si adoperano e le leggi se non vi si pone mano. Occorre invece che l'intera filiera: proprietari dei terreni, Associazioni dei trifolao, mercato, ristoratori, operatori turistici, Enti locali e di servizio operino d'intesa per preservare e migliorare la qualità del contesto, nel quale trae alimento e si sviluppa un bene così particolare perpetuando la sua arcana magia; chè altrimenti può venire meno con le nefaste conseguenze che si possono immaginare.

29 ottobre 2004

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Sul traffico.

Dal caleidoscopio quotidiano segnalo due notizie di attualità per la città di Asti e l'Astigiano.

La prima riguarda il Piano Urbano del Traffico (PUT) di Asti, messo ulteriormente a punto dall'Amministrazione comunale utilizzando i contributi emersi dai confronti che si sono sviluppati sui parcheggi - che del PUT rappresentano un tassello importante e di notevole impatto quotidiano per i cittadini - mentre la sua entrata in vigore è stata posticipata a dopo le festività natalizie e di capodanno.

Giova rilevare che il "manovratore" non s'è inalberato per essere stato "disturbato" ma ha accettato di porsi democraticamente in discussione recependo gli elementi utili per correggere e migliorare il lavoro già svolto. In questo senso un'attenzione particolare è stata prestata al trasporto urbano, rivitalizzandolo dalla condizione preagonica in cui l'aveva abbandonato la scorsa Amministrazione di centrodestra. Tra l'altro con il PUT in funzione i cittadini beneficeranno di una riduzione del 60% circa sull'abbonamento mensile per tutte le linee dei bus, che passerà così dagli attuali 23,40 euro a 10 euro.

La seconda notizia chiama in causa la tangenziale sud-ovest di Asti, che nella sua attuale versione desta ancora qualche perplessità per le dimensioni e la sua compatibilità con le caratteristiche del territorio interessato. Sono note le traversie del progetto di quest'opera ed è viva l'esigenza che il suo approdo tenda verso il desiderabile, sapendo però che occorre fare realisticamente i conti col possibile, specie dal punto di vista dei finanziamenti occorrenti, senza gravare sui bilanci della Città e della Provincia.

Per informare i cittadini su come si svilupperebbero i lavori e come l'opera finita risulterebbe inserita nel contesto territoriale-ambientale-urbano, gli Enti interessati: città di Asti e Provincia, potrebbero porre a confronto alcune soluzioni possibili opportunamente simulate, proiettandole commentate in libera visione ai cittadini. Raccolti gli eventuali ulteriori contributi si proceda con la soluzione ritenuta più valida, spiegandone i motivi e fornendo così ad Asti e all'Astigiano un'utile opportunità per il loro sviluppo.

22 ottobre 2004

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La Finanziaria 2005.

Dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri la legge Finanziaria per l'anno 2005 ha iniziato dalla Camera dei Deputati il suo percorso parlamentare, suscitando fin dalla sua presentazione un vespaio di reazioni, tra cui quelle contrarie sono largamente prevalenti. Si tratta di un provvedimento che da sempre fa discutere perché definisce il bilancio statale per l'anno a venire, influenzando quelli delle Regioni e degli Enti locali nonché in generale l'economia del Paese.

Ma questa volta il diffuso malumore è dovuto anche alla sfiducia dei cittadini verso il governo a motivo delle molte promesse fatte e non mantenute e delle risibili giustificazioni addotte, che suonano persin offensive alle orecchie dei cittadini, cui s'aggiungono le difficili condizioni di vita in cui sono venute a trovarsi fasce di popolazione finora indenni.

Tecnici ed esperti hanno fatto le pulci ai numeri ed alle scelte della Finanziaria sollevando perplessità sulla loro attendibilità e fattibilità nel senso che i 24 miliardi di euro su cui essa si basa (48 mila miliardi di vecchie lire!) sono già una stangata ma non sono ancora sufficienti a coprire il fabbisogno, mentre i modi con i quali si prevede di reperirli paiono in parte aleatori e in parte gravanti ingiustamente sui lavoratori autonomi: artigiani, commercianti, professionisti e su stipendi, salari e pensioni il cui potere d'acquisto non riesce nemmeno a tenere il passo dell'inflazione.

Non si rilevano poi tracce di interventi strutturali a sostegno e per il rilancio dell'economia. Ci sono invece alcune voci che sono considerate vessatorie, come l'aumento dell'Ici (Imposta Comunale sugli Immobili) a causa dell'aumento degli estimi catastali; l'assicurazione obbligatoria delle case contro le alluvioni e i terremoti; i pedaggi sulle strade gestite dall'Anas, l'aumento delle addizionali Irpef sia comunali che regionali.

Mentre si continua la vendita ai privati di beni pubblici ed altre diavolerie per fare cassa (c'è chi nel governo propone di affittare il Colosseo!) e il debito pubblico - i cui interessi costano un occhio della testa - non si schioda dal 106 - 110 per cento del Pil (Prodotto interno lordo) così ridotto dal governo dell'Ulivo da oltre il 130 per cento ereditato nel 1996.

Il passaggio della Finanziaria nei due rami del Parlamento (Camera dei Deputati e Senato) potrebbe in teoria porre rimedio a qualcuno dei guai più grossi. In realtà è meglio non farsi eccessive illusioni perché questo governo sta raschiando il fondo del barile, cui s'è giunti dopo tre anni di cura Tremonti - Siniscalco e per uscirne ci vuole ben altro che Siniscalco da solo.

15 ottobre 2004

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Le indecenti manipolazioni alla Costituzione.

Ai pesanti e contestati interventi sulla Costituzione che il centrodestra sta operando in Parlamento, il governo sarebbe indotto anche per rimediare agli svarioni del centrosinistra che nella scorsa legislatura modificò il titolo quinto della Costituzione nella parte in cui esso tratta dell'organizzazione dello Stato. Questa è l'idea che circola nel Polo astigiano, resa esplicita dall'onorevole Galvagno.

Le cose non stanno così. Infatti il centrosinistra approvò a maggioranza semplice le modifiche alla Costituzione l'8 marzo 2001, solo dopo che il centrodestra alla Camera dei Deputati fece carta straccia del testo che aveva concorso a preparare nell'apposita commissione bicamerale di cui faceva parte.

Le modifiche così approvate dal centrosinistra in Parlamento furono sottoposte a referendum confermativo nel quale i sì vinsero con 10.438.419 voti, mentre i no furono 5.819.187.

Quindi nelle indecenti manipolazioni della Costituzione che il centrodestra sta portando avanti in Parlamento il centrosinistra non c'entra. Al centrosinistra si può semmai rimproverare di aver attribuito al centrodestra un senso dello Stato che esso non ha, come s'era già dimostrato e come le recenti vicende purtroppo confermano.

Ma a questo potranno ancora rimediare gli elettori quando il testo che uscirà dal Parlamento senza la prescritta maggioranza qualificata dovrà essere sottoposto a referendum confermativo.

12 ottobre 2004

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I giovani e la pace.

Domenica 3 ottobre scorso Asti ha ospitato la "2° Giornata Mondiale Giovani della Pace", e riporto di seguito sensazioni e impressioni che ho percepito vivendo l'avvenimento tra la folla di giovani presenti in piazza Alfieri.

Il piacere di stare insieme perchè si condividono parecchie cose importanti della vita, tra cui alcuni valori fondanti come il rispetto per le persone, in particolare per quelle che questo rispetto non possono farlo valere.

Certamente l'entusiasmo e l'operatività di Ernesto Olivero e del Sermig sono contagiosi e ci sono buoni maestri che aiutano a capire meglio le cose, dotati di sensibilità e autorevolezza che consentono loro di entrare con naturalezza in sintonia con i giovani, talchè ognuno riceve il messaggio nel modo più appropriato per essere utilizzato.

Per comunicare non si disdegna l'utilizzo di tecnologie e modalità avanzate, qualitativamente stimolanti che sono nella pratica corrente dei giovani o nelle loro aspirazioni.

Si pone l'accento e si sollecita il senso di responsabilità dei giovani e il protagonismo personale, intesi come fattori capaci di modificare le situazioni; nel senso che ciò che ognuno può fare conta e serve a far camminare concretamente le cose nel verso desiderato ed è addirittura capace di dare un senso alla vita.

I problemi sui quali si propone di orientare l'impegno colpiscono positivamente l'immaginario giovanile, come la tutela, cura e sviluppo delle persone più vulnerabili: i bambini per esempio ma non solo, mentre l'invito a far politica e il richiamo a dare efficienza ed efficacia concreta ad organismi globali come l'ONU, mondializza e sostanzia il senso dell'impegno di ognuno ed offre una sponda importante e coerente con le proprie aspirazioni di pace e di concordia.

Per riassumere in poche parole, si tratta di occasioni di iniziazione e di educazione personale e collettiva di livello adeguato ai tempi - come in passato da noi furono la spannocchiatura, sfogliatura serotina della meliga e la veglia d'inverno nel tepore della stalla - per diventare cittadini nel posto in cui si vive ed insieme cittadini del mondo, in una avvincente avventura senza fine.

08 ottobre 2004

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La zia Lucia.

Qualche tempo fa l'anziana zia Lucia - la chiameremo affettuosamente così anche se la parentela non c'entra - è incorsa in un guaio serio che l'ha costretta sulla sedia a rotelle con la necessità di essere assistita 24 ore su 24 in casa sua, perché lei ha deciso così.

Visitata il 15 marzo scorso dall'apposita Commissione presso una ASL del Piemonte, è stata riconosciuta invalida al 100 per 100 con diritto all'indennità di accompagnamento, benedetta è il caso di dire, perché con la modesta pensione che la zia si ritrova non sarebbe certo in grado di sostenere le spese che la sua invalidità comporta.

Senonché il verbale della Commissione non ha ancora percorso tutta la trafila che consente alla competente sede INPS di inviare a sua volta alla zia i prescritti moduli per richiedere la sospirata indennità di accompagnamento.

E sono ormai passati sei mesi abbondanti, che se a qualcuno sembran pochi assicuro che alle persone nelle condizioni della zia paiono una eternità.

E non è ancora finita.

Possibile che a questo punto con tutti i computer di cui disponiamo non ci sia un capufficio coraggioso, determinato, rivoluzionario che valorizzi i sottoposti, li sproni e li sostenga nella meritoria iniziativa di far funzionare al meglio il "competente servizio" cui egli è preposto, informando nel frattempo gli interessati sullo stato della loro pratica?

Forte del principio che le cose giuste che si possono fare bisogna che chi può le faccia nel tempo in cui se ne manifesta la necessità, perché non ne può venire che bene, in particolare se l'iniziativa è attuata da chi si confronta quotidianamente con l'impegnativa realtà della vita e intende fare comunque la sua parte per migliorarla.

01 ottobre 2004

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Sulla spazzatura.

L'interesse e la curiosità per la capacità dei cittadini villafranchesi di raccogliere una così grande quantità di rifiuti in modo differenziato - una lunga rincorsa iniziata nei primi anni '90 del secolo scorso che ha ormai raggiunto e superato l'80%! - non accennano a diminuire e mi offrono il destro per fare una rapida carrellata sulla situazione dell'astigiano.

La legge Ronchi varata dal centrosinistra nella scorsa legislatura ha dato un notevole impulso alla raccolta differenziata ed i Comuni stanno facendo la loro parte raccogliendo mediamente in questa fase il 35 - 40% sotto forma di: carta, cartone, plastica, vetro, lattine, umido ed altre tipologie: un primo importante passo per portare meno rifiuti in discarica risparmiando sulla bolletta.

Senonchè l'impianto di Asti - Valterza, che tratta i rifiuti prima di portarli in discarica, ha meno prodotto da lavorare e si sta pensando se non sia il caso di integrarlo con altro proveniente da fuori provincia. Ci si potrebbe così sdebitare in parte per l'enorme quantità di nostri rifiuti portati altrove negli anni scorsi e incassare somme considerevoli che alleggerirebbero ulteriormente il costo della bolletta a carico dei cittadini, consentendo altresì all'impianto di lavorare a pieno carico, com'è nelle sue possibilità.

Da qualche mese è entrata in funzione la discarica di Cerro Tanaro che ha una capienza sufficiente per i prossimi 4-5 anni. Nel frattempo è necessario individuare senza indugi un altro sito e por mano alla costruzione di una nuova discarica affinchè sia pronta quando quella di Cerro sarà esaurita.

So di toccare un argomento controverso, ma l'alternativa potrebbe essere l'incenerimento ricuperando il calore per gli utilizzi che se ne vorrano fare. In questo caso basterebbe una piccola discarica per i deposito delle ceneri che durerebbe molti anni perché le quantità sono assai modeste.

24 settembre 2004

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Verso le elezioni del 2005.

Di fatto è già iniziata la campagna elettorale che ci porterà alle elezioni per il rinnovo dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte, che si terranno verso la metà di aprile del 2005.

In Piemonte si riflette sulla legislatura che volge al termine, valutando cos'ha fatto la maggioranza di centrodestra e quali saranno le decisioni da prendere per aiutare il rilancio della nostra regione per quanto riguarda l'economia, il lavoro, i servizi e le condizioni di vita delle persone e delle famiglie in particolare di quelle meno favorite.

Il centrodestra ha operato in modo altalenante; da una parte si è limitato ad assistere in modo distaccato - una sorta di anacronistico "laissez faire" - all'arrabattarsi della società civile alle prese con problemi esorbitanti, oppure è intervenuta qua e là con pelosa discrezionalità o a pioggia per dare effimeri contentini ad una platea più estesa. Dall'altra non è stato in grado di contrastare efficacemente comportamenti deviati che hanno punteggiato la legislatura, per cui sono dovute intervenire più volte le forze dell'ordine e la magistratura.

Ben altro è necessario per superare positivamente la transizione tra quello che eravamo e non siamo più e quello che vorremmo e potremmo essere e non siamo ancora. Si tratta di un passaggio che implica un po' tutti gli aspetti della vita. Non basta sommare la buona volontà e l'impegno di ciascuno, nè affidarsi semplicemente alla competizione bruta del mercato che ci ritroviamo, ma occorre realizzare sinergie e solidarietà, con la Regione che svolge come tale un ruolo attivo di servizio a sostegno delle iniziative.

E' necessario quindi impostare una politica alternativa che si faccia carico della situazione che ristagna nonostante le potenzialità e costruisca dialogando con tutte le parti vive un progetto capace di attivare disponibilità, energie e risorse orientate a realizzare una nuova centralità del lavoro in una economia competitiva che produca sviluppo e buone condizioni di vita per gli abitanti del Piemonte regione d'Europa.

17 settembre 2004

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Parcheggi ad Asti.

Il tormentone degli stalli blu che tiene in apprensione i cittadini di Asti e non solo, si sta stemperando da quando l'amministrazione comunale ha confermato la disponibilità a far tesoro di critiche e consigli, introducendo appropriate modifiche che consentano al sistema di andare a regime mano a mano che i tasselli di cui è composto vanno al loro posto, i costi eccessivi vengono corretti sia per i residenti che per quanti utilizzano la città per lavoro, studio, turismo, tempo libero ed altro, e un po' tutti abbiamo il tempo di capire come funzionano le novità e a collaborare per quanto possibile affinchè gli esiti siano giovevoli dal punto di vista viabilistico, dei trasporti pubblici, per il commercio e per l'utilizzo dei servizi in generale e della qualità dell'aria e dell'ambiente che sono gli obiettivi principali che ci si prefigge con l'introduzione dei cambiamenti di cui i parcheggi sono una parte importante ma non la sola.

Per semplificare la situazione può essere rappresentata così: non si tratta di un blitz estivo né di un espediente per fare cassa; allo stato delle cose bastano meno stalli blu (a pagamento) e ci possono stare più stalli bianchi (gratuiti) purchè meglio localizzati; il costo dei parcheggi a pagamento terrà più conto delle tasche esangui delle persone che per una ragione o per l'altra devono avvicinarsi di più con i mezzi privati al centro della città e per i residenti.

Il criterio guida è di offrire ai cittadini delle alternative al pagamento, capaci di soddisfare comunque le loro esigenze, come parcheggi gratuiti nei pressi delle direttrici di accesso alla città e dei principali servizi e mezzi pubblici agili e frequenti che consentano di raggiungere agevolmente le zone più centrali, utilizzando fin d'ora le opportunità esistenti e fruibili.

Va da sé che ulteriori correttivi e miglioramenti potranno essere introdotti mano a mano che le iniziative nel loro insieme - modifiche alla viabilità, rotonde stradali, piste pedocliclabili e altri accorgimenti - saranno attuate e produrranno i benefici che ci sono promessi e ci attendiamo.

Mentre la scommessa da vincere è organizzarci per vivere meglio la città usando sempre meno l'auto privata al suo interno.

10 settembre 2004

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Sulla memoria.

Il 25 aprile del prossimo anno ricorrerà il 60° anniversario della Liberazione, cioè della vittoria della lotta di popolo organizzata nella Resistenza sulla tirannide nazifascista in Italia.

Questa lotta ed i suoi esiti fornirono la linfa vitale per la formazione della nostra Costituzione repubblicana che ancora oggi mantiene intatta la sua attualità ed efficacia come patto tra gli italiani e come base ineludibile di tutte le leggi che regolano la nostra vita democratica.

Gli insegnamenti e la pregnante sostanza di questi avvenimenti e la loro consapevole memoria stanno alla base della nostra democrazia, della libertà, della giustizia, del diritto al lavoro, alla salute, alla scuola, il no alla guerra per la risoluzione delle controversie tra gli Stati.

E la democrazia può essere in continuo divenire solo se praticata, difesa, alimentata.

In questo senso l'ANPI (Associazione Naz.le Partigiani d'Italia) svolge una meritoria attività di pubblico interesse riconosciuta dalla legge e dall'efficacia del suo concreto e fattivo operare nel tempo.

Ora la sua sopravvivenza è messa in forse dai drastici tagli operati dall'attuale governo di centrodestra ai già modesti contributi dello Stato, cui s'aggiungono le cervellotiche e irridenti affermazioni del nostro presidente del consiglio e del suo vice sul confino degli antifascisti come vacanza e sul duce grande statista, nonché la recente approvazione da parte della commissione difesa del senato di una proposta di legge che intende legittimare il ruolo dei repubblichini di Salò, cioè di coloro che collaborarono con i nazisti nelle persecuzioni degli avversari politici, dei Partigiani, della Resistenza e nelle uccisioni e stragi di civili durante la lotta di Liberazione.

Ce n'è a sufficienza per ritenere che sia in atto uno strisciante comportamento volto a far dimenticare come sono andate veramente le cose, così da poterle rappresentare come fa comodo ai mestatori, con tutti i pericoli che ciò comporta e per la stessa tenuta democratica che si fonda sulla conoscenza reale del passato da utilizzare per non ricadere negli stessi errori.

Reputo perciò doverosa e condivisibile la riprovazione che s'è levata da una moltitudine di persone - tra le prime l'on. Boldrini Presidente ANPI nazionale, il Presidente emerito della Repubblica on. Scalfaro e l'on. Tina Anselmi, partigiana, più volte sottosegretario e ministro - ed il forte richiamo a desistere dai subdoli tentativi di manipolare la storia o di creare le condizione perché ciò avvenga, indebolendo gli organismi democratici che collaborano per tramandare ai cittadini la memoria di quant'è costata in sacrifici, distruzioni, lacrime e sangue la nostra giovane democrazia nata dalla Resistenza e incardinata nella Costituzione repubblicana.

3 settembre 2004

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Spazzatura, riscaldamento terrestre e debito pubblico.

Di rifiuti urbani ne produciamo oltre un chilo a testa tutti i giorni e dentro c'è di tutto.

L'esperienza ci ha insegnato che conviene raccoglierli in modo separato per riutilizzare quanto c'è ancora di buono e portare in discarica solo il resto.

E' vero che ognuno di noi deve porre un po' più di attenzione, ma alla fine conviene a tutti, perché la bolletta da pagare è più leggera, si fanno meno discariche ed il materiale che vi si deposita non crea problemi.

In molti Comuni italiani questo modo di fare è ormai diventato normale, mentre da noi c'è ancora qualche difficoltà perché facciamo fatica a cambiare abitudini radicate ma ormai inadeguate, mentre il servizio di raccolta può ancora migliorare concorrendo al buon funzionamento del tutto.

Consapevoli che la modernità si misura anche dalla capacità di risolvere bene problemi come questo.

La scorsa settimana Firenze ha ospitato il 32° congresso internazionale dei geologi. Si è discusso anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici sulla produzione dei vini.

Risulterebbe che se le temperature medie continueranno ad aumentare come negli ultimi decenni potranno essere a rischio le nostre produzioni tipiche perché i vitigni patirebbero per il troppo calore con effetti negativi per la loro vita e la qualità dell'uva.

Siccome prevenire è meglio che curare è necessario proporci fin d'ora di bilanciare la presenza di superfici produttive con superfici boscate, in modo da mantenere area per area equilibrate condizioni ecoambientali che hanno consentito di coniare per il nostro Paese la definizione di "giardino d'Europa".

Il governo di centrodestra è in difficoltà a preparare il bilancio preventivo dello Stato per l'anno 2005 a causa anche degli interessi da pagare sul nostro rilevante debito pubblico che è pari a 1,06 volte il Pil (prodotto interno lordo).

Lo scorso governo di centrosinistra-Ulivo l'aveva ereditato a 1,31 circa riducendolo in cinque anni a 1,11, cioè 20 punti in meno, mentre l'attuale governo in oltre 3 anni lo ha ridotto di appena 5 punti.

Siccome il nostro debito pubblico è il più alto tra i Paesi dell'Unione Europea, è da lì che derivano molte delle nostre difficoltà a mantenerci al passo con gli altri; quindi l'impegno per ridurlo deve essere forte.

Da questo orecchio purtroppo ci sentono poco sia il Presidente del Consiglio sia i ministri che si sono avvicendati al dicastero dell'economia.

Invece si tratta di numeri con i quali è necessario fare i conti sul serio, altrimenti saranno le pesanti conseguenze a costringerci.

27 agosto 2004

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Letture sparse.

Gli analisti ci informano che gli Stati Uniti sono tra i più indebitati del mondo, ma continuano ad ispirare fiducia e ad ottenere soldi per pagare i costi di questo loro disinvolto comportamento; se proseguono così rischiano però che la loro preminenza complessiva sia posta in discussione con prevedibili gravi ripercussioni anche di tipo politico.

Pochi soldi in tasca ai singoli ed alle famiglie hanno ridotto quest’anno del 25% le presenze turistiche al mare rispetto sullo stesso periodo del 2003; per non parlare dei prezzi aumentati mediamente del 15%. Solo al termine della stagione si potranno fare i conti definitivi, ma già fin d’ora le cose non si mettono per niente bene. Come se non bastasse il governo di centro destra sta preparando una legge Finanziaria da ultima spiaggia.

Le organizzazioni agricole chiedono al ministro Maroni di consentire ingressi aggiuntivi di mano d’opera extracomunitaria da utilizzare per la prossima vendemmia, ché altrimenti rischierebbe di non potersi svolgere regolarmente: un motivo in più per indurci a fare una seria politica nei confronti degli Stati di provenienza dei flussi migratori.

Tre gravi incidenti si sono verificati nei giorni scorsi in altrettante centrali atomiche giapponesi, riproponendo la questione della sicurezza di questi impianti per la produzione di energia elettrica. Pare che i macchinari fossero obsoleti e che la manutenzione lasciasse a desiderare. E meno male che non ci sono state fughe di sostanze radioattive come nel caso di Cernobil alcuni decenni fa. D’altro canto il petrolio ha raggiunto prezzi proibitivi, anche a causa della dissennata guerra all’ Iraq e la sua disponibilità si sta riducendo e già adesso non ce n’è per tutti. Il noto studioso ecologista americano Berry Commoner ha recentemente spiegato che, fin da subito e per i prossimi lustri , bisogna puntare su fonti rinnovabili come il vento e il sole, altrimenti saranno guai seri.

Nel suo recente libro "L’ascesa della nuova classe creativa" Richard Florida, insegnante di Storia dello Sviluppo Economico a Pittsburg (Usa) afferma che costruire un ambiente favorevole alla cultura e alla creatività è la condizione prima dello sviluppo territoriale. Una creatività che non è divisibile: infatti non esiste innovazione industriale in un ambiente piatto e conformista, sordo alle innovazioni sociali e culturali.

Il Movimento Donne Contro il Fumo ha pubblicato recentemente una pagina sui quotidiani a maggior diffusione nazionale da cui risulta che circa 6000 donne muoiono ogni anno in Italia di tumore al polmone causato dal fumo. Da qui l’esortazione a non emulare gli uomini, men che mai nei loro vizi più deleteri per la salute.

18 agosto 2004

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Il guizzo.

Come tutti gli anni di questi tempi è iniziato il balletto per mettersi d' accordo sul prezzo delle uve moscato. Un percorso impervio, perché di solito l'accordo si raggiunge dopo estenuanti maratone anche notturne e dura poco: annuale e annoso. La concorrenza d'oltralpe non fa certo miracoli, ma c'è solidarietà tra le parti in causa, la durata degli accordi si spinge un po' più in là nel tempo, e chi ci mette lingua poi continua a lavorarci e tutti se ne giovano. Non sarebbe il caso di provarci anche da noi?

Ad Asti il presidente nazionale degli industriali Cordero di Montezemolo ha sollecitato gli imprenditori a svolgere il loro lavoro credendoci, con perseverante impegno e coraggio, mentre le sue parole hanno riecheggiato la nostra Costituzione laddove essa afferma l'utilità sociale che deve avere l'iniziativa economica. Anche il Presidente Ciampi non si stanca di ribadire l'attualità della nostra Carta, interpretando, dice, i sentimenti della stragrande maggioranza degli italiani. Tocca quindi a noi por mano ad iniziative che facciano perno su queste generalizzate e condivise disponibilità, dove tutti hanno volontà ed interesse a dare il meglio di sé in vista di una diffusa ed equa ripartizione dei vantaggi che ne derivano.

Ad Asti Giunta, maggioranza, Consiglio comunale, Circoscrizioni, supportati dal Personale per quanto esso è chiamato a fare, operano con solerte laboriosità coinvolgendo in modo partecipato cittadini e categorie interessate, cui gioverebbe conoscere il progetto complessivo alla realizzazione del quale concorre tutto questo gran daffàre. L'Asp ha migliorato i servizi e prodotto utili considerevoli di cui s'avvantaggia anche il bilancio comunale. Ora s'aspetta il guizzo, la ciliegina sulla torta, qualcosa di particolarmente bello, interessante e utile finora invano desiderato, qualcosa per intenderci per cui molti ritengano valga la pena darsi da fare, impegnarsi e battersi perché si realizzi per il piacere e l'interesse di ognuno e di tutti, a partire dalla Città e per tutto l'astigiano.

30 luglio 2004

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Donne, multiculturalità alla specchio.

Ad un certo punto alla donna che parla le si inumidiscono gli occhi ed anche l'uditorio ha un moto di commozione sentendo la storia che essa racconta. Quarant'anni, mezza dozzina di figli, un marito che bada ad essi in Perù. Lei qui da noi ad assistere anziani per consentire alla famiglia di sbarcare il lunario. Sola, non conosce una parola di italiano, difficoltà ad integrarsi, a farsi accettare nonostante l'apprezzamento sul lavoro: sarà il colore ambrato della pelle che genera diffidenza? toeletta con sapone marsiglia tutte le mattine per sbiancarla, confessa con ritegno; disposta cioè a modificare addirittura le sue sembianze pur di essere dei nostri! Così all'inizio; ora va meglio e annunzia candidamente che desidera fare dell'Italia la sua seconda patria riunendovi tutta la famiglia appena possibile: una dichiarazione d'amore per la nostra terra.

E poi altre testimonianze ed interventi: il lavoro che emancipa ed aiuta a realizzarsi concorrendo all'autostima ed alla felicità; integrarsi portando come dote la propria irripetibile soggettività e farla interagire positivamente nel nuovo contesto, rinnovandosi e contribuendo al suo rinnovamento; pari opportunità come possibilità di esprimere se stessi - donna/uomo - al meglio, rimuovendo le condizioni ostative, come ad esempio per le donne l'ostracismo nelle assunzioni e sul lavoro se decidono di avere figli ed i servizi inadeguati a sostegno delle mamme che lavorano, nonché, per tutti, le condizioni economiche disagiate che impediscono l'accesso alla scuola adatta e desiderata e ad altre opportunità.

L'impegno delle istituzioni è stato testimoniato da donne e uomini che vi operano, mentre s'avvertono carenze di coordinamento e nell'accertare gli esiti pratici delle iniziative intraprese.

Tutto questo e di più è emerso nel corso del convegno: "Donne, multiculturalità alla specchio" moderato efficacemente da Laura Nosenzo giornalista e scrittrice, tenutosi ad Asti presso Confcooperative lo scorso 16 luglio.

Dimenticavo. Le difficoltà non devono sopire ma semmai stimolare l'impegno personale sempre e comunque e farlo valere; senza di esso infatti il nuovo che urge, specie nelle giovani generazioni, stenterà a dispiegare appieno le sue inedite potenzialità.

23 luglio 2004

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Sindaci e amministrazioni.

E' motivo di soddisfazione sapere che il comune di Villafranca è assurto recentemente agli onori delle cronache per il suo comportamento virtuoso in materia di rifiuti. Giusto premio per la lungimirante soluzione del problema impostata nei primi anni novanta del secolo scorso, proseguita e sviluppata con ammirevole e perseverante impegno fino ai giorni nostri.

Il pianalto villanovese come laboratorio di un modo nuovo e partecipato di amministrare la cosa pubblica? Parrebbe di sì. Infatti dopo la vittoria del 2002 del centrosinistra a Villanova con Peretti sindaco, nel giugno scorso è stata la volta di Valfenera che ha espresso una maggioranza di orientamento ulivista guidata dal sindaco Valle, realizzando "l'en plain" con l'elezione di Dionigi Accossato della Margherita in consiglio provinciale.

Il governo nazionale di centrodestra ha tradito le attese dei Sindaci non consentendo loro l'atteso terzo mandato consecutivo e inducendone parecchi a ripartire daccapo con l'improbabile entusiasmo dei neofiti. Solo col tempo si potrà dire se ne è valsa la pena.

Sono mesi che il ministro Bossi non sta bene e non può dedicare le sue cure al discastero per le riforme di cui è titolare. D'accordo, ci sono anche altri ministeri che destano preoccupazioni; forse è lo stesso governo a manifestare inadeguatezze, ma non è certo nascondendole che si possono superare le difficoltà e risolvere le magagne ormai sotto gli occhi di tutti. Intanto auguri al Senatur per la sua salute e che domineddio ce la mandi buona.

Ci sarebbe più di un motivo per piangerci addosso ma non è nostro costume farlo. Manteniamo quindi le maniche rimboccate e la guardia alta, continuando a fare ognuno la propria parte al meglio delle possibilità; legittimandoci con ciò a pretendere che altri cui compete facciano la loro, sbloccando la pesante situazione di stasi in cui versa il nostro Paese.

16 luglio 2004

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Il confronto politico.

Prendo lo spunto dal confronto in atto tra Alfredo Castaldo della Margherita e Mariangela Cotto assessore regionale del Polo su quali siano i valori praticati dalla vecchia DC ed a chi è stato lasciato in eredità questo patrimonio "cultuale e democratico", per dire la mia sull'argomento.

La signora Cotto richiama l'attitudine della vecchia DC "al dialogo e il rispetto delle ragioni degli altri", ma si tratta di modalità di carattere generale praticate allora da tutti i partiti del cosiddetto "arco costituzionale" (eccetto cioè l'estrema destra rappresentata dal Movimento Sociale Italiano), mentre la loro traduzione concreta risentiva delle diverse situazioni reali in cui di volta in volta venivano applicate; in questo senso non sono certo mancate distorsioni, forzature ed anche vere e proprie aberrazioni e tragedie.

Nel cogiuolo del confronto politico la consapevolezza democratica del Paese e comunque via via cresciuta elaborando e sviluppando una concettualità ed una pratica adeguate ai tempi, che mi pare ben compendiata nelle espressioni di Rechlin riportate sull'Unità di qualche giorno fa, secondo cui "l'identità di un grande partito politico è nulla di più e nulla di meno della sua funzione storica. E' il suo ruolo nella vita nazionale".

Ciò che conta quindi oggi non è tanto distinguersi rispetto a enunciati principi generali su cui pochi dissentono, quanto piuttosto tra chi, nel rispetto di questi principi generali accettati (es. la nostra Costituzione Repubblicana), ricerca continuamente ed applica risposte più giuste ed efficaci ai problemi del nostro tempo, e chi invece utilizza il potere di cui dispone per gestire semplicemente ciò che c'è, così com'è, a volte addirittura per sé.

14 luglio 2004

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Sullo sviluppo.

Tra le priorità della città di Asti e della provincia l'accento va posto certamente sui problemi del lavoro. L'Ires (istituto di ricerche di Torino) e Unioncamere (ente delle camere di commercio) segnalano per l'astigiano una positiva dinamica tra ditte cessate e nuove ditte, mentre aziende storiche operanti sul territorio paiono giunte al termine di un ciclo e non è chiaro se e da cosa potranno essere sostituite.

Ciascuna delle parti in gioco: Imprenditori, Sindacati, Istituzioni, Banche, Organizzazioni della società civile, paiono sì agire secondo quanto ci si aspetta da loro, ma senza brillare, senza cioè coordinarsi dialetticamente per obiettivi di prospettiva, con qualcuno che goda di particolare autorevolezza e credibilità a fare da primo per avviare la formazione dell'occorrente massa critica che consenta al nuovo che urge di manifestarsi concretamente.

Infatti non sono certo competenze, poteri e voglia di intraprendere, che mancano, quanto piuttosto una sorta di catalizzatore, che potrebbe essere il coraggio di esplorare possibilità inedite perché inedita è la situazione che il mondo del lavoro astigiano sta vivendo.

Penso ad esempio ai poteri, responsabilità e risorse della Provincia per quanto riguarda il lavoro ed al sapiente utilizzo dell'intelligenza e delle professionalità dell'organico che ci si dedica. Penso all'esperienza alla qualità, alla disponibilità, alla dedizione del Personale della città di Asti chiamato ad essere parte attiva di un progetto condiviso e stimolante, con la dirigenza che onora il suo ruolo di guida responsabile, nel tracciato di una coraggiosa politica amministrativa. Penso allo sforzo dei Sindacati nel farsi parte attiva con la ricerca e la proposta di strade nuove per la preparazione di un condiviso progetto comune. Penso a politiche bancarie che affianchino serie e condivise iniziative economiche reinvestendo parte del risparmio raccolto nel territorio che lo ha prodotto. Penso all'Imprenditoria, che insieme alla sana gestione di ciò che c'è, esplora e pratica quanto possibile del nuovo che urge, gratificandosi nel farlo e guadagnandoci il giusto. Penso alle Organizzazioni della società civile che si inseriscono in questo filone che hanno concorso ad individuare e fanno al meglio la loro parte.

Penso infine ad ogni singola persona che, come me, desidera metterci del suo e così lo può fare più efficacemente.

09 luglio 2004

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Ancora sulle elezioni.

Nelle elezioni amministrative di ballottaggio hanno votato meno elettori rispetto al primo turno ma il risultato è stato lo stesso: prevalenza del centrosinistra rispetto al centrodestra, dimostrando ancora una volta che arzigogolare serve a poco quando gli elettori decidono che una cosa s'ha da fare.

In Piemonte 5 province al centrosinistra e 2 al centrodestra: Asti e Cuneo. Assurgiamo noi e "la granda" a termine di paragone, così si vedrà nei fatti chi se la caverà meglio in questa sana gara tra amministrazioni di diversa ispirazione.

E' vero che i risultati delle amministrative non devono interferire nell'attività del governo nazionale. Ci sarebbe un modo ineccepibile per dimostrarlo: che il governo funzioni e risolva i problemi. Se no si cambi, ma per questo e non per altro.

Godere della fiducia degli elettori e vincere le elezioni fa piacere. Per legittimarsi bisogna però fare meglio di chi c'era prima. Se poi si succede a se stessi è ancora più impegnativo perché bisogna superarsi.

Un importante segno di maturità democratica è considerare normale e positivo l'avvicendamento alla guida delle istituzioni, seppur praticato con parsimonia dalle nostre parti.

Un altro segno è che le maggioranze elette a governare manifestino i loro intenti dichiarando via via cosa vogliono fare, dove prendono i soldi occorrenti, in quanto tempo realizzano gli interventi, consentendo così alle opposizioni di contribuire a migliorare le decisioni e ad esercitare i dovuti controlli; facendo inoltre rete e attivando sinergie con gli operatori economici e con i cittadini.

Più che la constatazione di un comportamento diffuso si tratta dell'auspicabile sviluppo di pratiche ancora embrionali in base alle quali misurare l'efficacia del lavoro istituzionale.

02 luglio 2004

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Grandine, voti persi, Marmo e i Campionati Europei di calcio.

Grandina sull'astigiano.

Traggo da un recente articolo di Giulietto Chiesa. Ron Oxburgh è un lord, ha 69 anni, è geologo ed anche presidente della Shell uno dei giganti petroliferi mondiali. Non ho molta speranza per il mondo, ha dichiarato al Guardian di Londra, nessuno può sentirsi tranquillo di fronte all'enorme quantità di anidride carbonica che stiamo mandando nell'atmosfera con conseguenze non prevedibile ma tutt'altro che buone dal punto di vista dei mutamenti climatici. Se lo dice lui!

Stentiamo ad agganciarci alla ripresa dell'economia mondiale perché il sistema Italia ha le gambe molli; per l'astigiano speriamo abbia ragione l'Ires (Istituto di ricerche di Torino) che ci promuove.

Marmo vince le elezioni in provincia e dichiara che gli astigiani sono scontenti dell'amministrazione comunale di Asti. Obiezione: nella circoscrizione est ha vinto il centrosinistra. Mah.

Il Cavaliere perde 4 milioni di voti alle elezioni europee e accusa di essere vittima di brogli elettorali. Così tanti?

Torniamo a casa anzitempo dai campionati europei di calcio; per uscirne male abbiamo fatto la nostra parte, mentre Machiavelli è sì italiano, ma gli svedesi ed i danesi lo hanno studiato bene.

C'è accordo sul testo della Costituzione dell'Unione Europea: una sorta di miracolo, ma il Papa si lamenta che non contiene il riferimento alle radici cristiane.

"Non c'è più religione" e non va bene, soprattutto perché dipende da ognuno di noi. E allora?

25 giugno 2004

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Riflessioni sul risultato elettorale

In Europa sono stati eletti 78 europarlamentari italiani con 18 presenze femminili: il doppio rispetto a prima. A raggiungere questo risultato la lista "Uniti nell'Ulivo" - una novità di queste elezioni - ha concorso con 25 eletti. Per conoscere come sarà costituito l'europarlamento bisogna attendere che gli eletti si accasino presso i vari gruppi. Nei 10 Paesi recentemente entrati in Europa la percentuale dei votanti è stata inferiore alla non esaltante media dell'Unione: essi avranno tutto il tempo per capire e per rimediare a questa partenza sotto tono. Gli elettori di Germania, Francia ed Inghilterra hanno ridotto i consensi ai partiti che sostengono i rispettivi governi: a Schroeder e Chirac hanno contestato le scelte di politica economica e sociale, a Blair nuoce la partecipazione alla guerra in Iraq. Per il governo italiano di centrodestra il contraccolpo elettorale è stato assorbito da forzitalia partito del Presidente, che ha patito un consistente calo di consensi. Restano aperti i problemi politici e di equilibri interni al governo, messo in discussione dagli stessi alleati della sua coalizione.

In Provincia Marmo ha ottenuto la conferma al primo turno in forza di un consistente miglioramento di voti rispetto a quelli ottenuti dal centrodestra alle europee. Di certo gli ha giovato prendere tatticamente le distanze da forzitalia e circondarsi di liste riferite direttamente e indirettamente alla sua persona, anche se restano da studiare le ragioni dell'"appeal" che egli è stato in grado di suscitare in questa occasione. Il centrosinistra allargato a Rc con Pesce candidato alla presidenza ha raccolto nel complesso meno di quanto seminato in campagna elettorale e di quanto di buono ha concretamente fatto nei comuni a partire da Asti e sul territorio. Con i 9 consiglieri eletti potrà comunque efficacemente operare dall'opposizione per migliorare la qualità delle decisioni da prendere, specie per quanto riguarda le scelte economiche e di supporto alla operatività dei comuni e l' affermarsi di una reale dialettica democratica nella gestione dell'Ente .

Nei Comuni astigiani in cui si è votato le cose sono andate sostanzialmente secondo le previsioni. Numerosi sindaci che il governo di centrodestra aveva deluso non portando da due a tre i mandati consecutivi, sono rientrati candidandosi a consiglieri eppure entrando nelle giunte. C'è la sensazione che gli elettori, tranne pochi casi, abbiamo voluto confermare lo stato di fatto, rimandando gli avvicendamenti, che rappresentano insieme al serrato confronto, la linfa capace di stimolare gli organismi a dare il meglio di sè ed a sviluppare la democrazia.

18 giugno 2004

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Sulla scadenza elettorale del 12-13 giugno 2004

S'approssima la scadenza elettorale del 12-13 di giugno. Una tappa importante nella vita democratica del nostro Paese.

Si vota per eleggere 78 membri italiani nel parlamento europeo, attraverso 5 grandi circoscrizioni in cui è suddivisa l'Italia, utilizzando il sistema proporzionale. Le forze politiche corrono ognuna per sé: la novità è rappresentata dall'Ulivo che ne raggruppa alcune. Pensiamo ad un'Europa che valorizzi gli stati membri - sono già 24 ed altri si preparano ad entrare - e li rappresenti come un tutt'uno. Un'Europa coesa, autorevole, amica, solidale ed in pace al proprio interno e con il mondo globalizzato. Queste elezioni devono servire per eleggere eurodeputati che condividano questi obiettivi e lavorino per raggiungerli e consolidarli.

Si vota anche per eleggere i consigli e i presidenti di 63 province italiane (poco più di metà del totale), che recentemente hanno moltiplicato le loro competenze fino a diventare strategiche, ad esempio: dal punto di vista della pianificazione territoriale, per quanto riguarda il lavoro e l' impiego, per la promozione e lo sviluppo delle risorse ambientali, storiche e architettoniche, per i servizi che la provincia può prestare in particolare ai comuni così diffusi e minuti come i nostri, utilizzando esperienze e professionalità di cui è dotato il suo Personale, che rappresenta spesso il vero e proprio valore aggiunto, capace di supportare iniziative di qualità che amministratori e presidenti neo eletti, probi, capaci, volonterosi e lungimiranti decideranno di programmare.

Infine si vota per eleggere 4518 consigli comunali ed altrettanti sindaci (poco più di metà del totale). Moltissimi sono i piccoli comuni per i quali si è atteso invano che il parlamento prolungasse da due a tre i mandati consecutivi per i sindaci uscenti; dopo la delusione non pochi di essi si sono candidati come consiglieri, non disdegnando l'ingresso nelle giunte che si verranno a formare.

I consistenti tagli ai trasferimenti di risorse dallo Stato ai Comuni, operati ancora recentemente dal governo di centrodestra, hanno costretti questi ultimi ad aumentare il prelievo fiscale diretto per mantenere un accettabile livello dei servizi erogati. Per interrompere questa spirale perversa si dovrà rimettere in sintonia la fiscalità statale e quella locale, smettendo di fare lo scaricabarile dal più forte verso i più deboli. Nel frattempo il vero banco di prova per i neo eletti sarà rappresentato dal tipo di coperta che essi decideranno di utilizzare, visto che quella che ricevono in eredità è ormai troppo corta.

04 giugno 2004

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Sviluppo.

Il rapporto Istat relativo all'anno 2003 pubblicato in questi giorni dice che in Italia c'è una situazione di incertezza, di disagio e di stasi che riguarda il lavoro, l'economia, gli investimenti, le famiglie, mentre il futuro si presenta in salita, soprattutto per i giovani che cercano di costruirsi un futuro e per gli anziani le cui condizioni di vita rischiano per molti versi di regredire alla mera sopravvivenza o addirittura sconfinare nella povertà.

Far ricadere solo sul governo di centrodestra la colpa di tutto ciò sarebbe eccessivo, ma che esso stia facendo poco o nulla per limitare i danni e migliorare le cose è, purtroppo, un dato di fatto.

I Sindacati provinciali Cgil, Cisl, e Uil hanno preparato un "Progetto Territoriale per lo Sviluppo della Provincia di Asti" e lo stanno presentando all'opinione pubblica. In questo documento ci sono elementi e dati che confermano che anche la nostra provincia vive difficoltà analoghe a quelle dell'Italia intera, rese più pressanti dal fatto che sul nostro territorio vi sono aziende all'avanguardia nelle innovazioni di prodotto e di processo, ma accanto ad esse operano altre rimaste purtroppo parecchio indietro, mentre il "sistema provincia" è di là da venire.

La novità del documento elaborato dai Sindacati consiste nel fatto che esso spazia a tutto campo senza reticenze e falsi pudori e si fa carico di analisi e proposte che trascendono il loro ruolo, corresponsabilizzandoli sui temi di interesse complessivo e stimolando al dialogo ed al confronto Istituzioni, Enti, Banche e altre realtà capaci di concorrere efficacemente alla soluzione dei problemi.

In questi giorni si chiede a gran voce di avviare l'attività del nuovo ospedale; se n'è parlato recentemente anche nel consiglio comunale aperto convocato dalla città di Asti. Quattro anni orsono l'attuale presidente della giunta regionale di centrodestra sul costruendo ospedale ci fece la campagna elettorale. Qualche mese fa lo si intitolò con una solenne cerimonia. All'attuale dirigenza Asl si rimprovera una gestione verticistica ed il ricorso alla partecipazione solo per chiedere soldi: ne mancano ancora parecchi per acquistare gli arredi e le attrezzature per farlo funzionare. Pare ovvio che questi soldi li debba mettere la Regione Piemonte come atto dovuto, in tempi certi e solleciti; anche perché l'astigiano ha già dato da tutti i punti di vista ed il Comune di Asti sta finendo le opere di sua competenza.

Dovrebbe essere chiaro a tutti che su questo obiettivo l'attuale dirigenza Asl si gioca la sua credibilità e, diciamolo pure, anche la giustificazione della sua caparbietà a voler decidere e fare tutto da sé.

28 maggio 2004

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Donne del ventunesimo secolo.

In India a sorpresa ha vinto le elezioni politiche il Partito del Congresso di cui è leader la piemontese Sonia Maino di Orbassano, vedova di Rajiv Gandhi e nuora di Indira Gandhi: madre e figlio assassinati anni fa da fanatici mentre erano alla guida del loro Paese.

Sonia ha raccolto molti consensi soprattutto tra le persone più umili e meno favorite e si accingeva a formare un governo di centrosinistra in sostituzione di quello di centrodestra uscito sconfitto dalla consultazione elettorale, ma ha dovuto rinunciare per la forte opposizione degli ambienti finanziari e del nazionalismo indù, passando la mano ad un personaggio autorevole del suo partito.

L'India è lo Stato democratico più popoloso del mondo con oltre 1 miliardo di abitanti; le sue università sfornano 3 milioni di laureati all'anno e sono 150 mila gli ingegneri che lavorano nella cittadella dell'informatica (30 mila in più che nell'omologo centro americano), con un tasso di sviluppo del Pil (prodotto interno lordo) di oltre l'8% all'anno a fronte di quello medio europeo dell'1,50% circa.

Una grande testa su un corpo ancora gracile costituito da oltre due terzi della popolazione impegnata in agricoltura, con un reddito pro-capite di 400 euro l'anno.

Sono queste persone ai margini della società che s'aspettano molto dal governo di centrosinistra che si formerà ed al quale guarda il mondo intero, anche per il contributo che potrà comunque dare Sonia Gandhi, una donna segnata negli affetti ma ciò nonostante gioiosamente femminile e pugnace, motivata a collaborare alla costruzione di una giusta convivenza nella commista realtà umana, civile, politica e religiosa indiana, capace di proporsi come esempio significativo per governare in pace e secondo giustizia le complessità nel mondo contemporaneo globalizzato.

L'ingrediente principale perché questa iniziativa abbia successo potrebbe essere rappresentato da una sana e cooperante laicità - nutrita di tolleranza e di dedita operosità, in cui la presenza femminile svolgerebbe un ruolo inedito per produrre sviluppo diffuso e benefici equamente ripartiti - finora raramente dispiegata in tutta la sua enorme potenzialità.

21 maggio 2004

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L'Iraq, il Cavaliere e le tasse

In Iraq è di scena l'orrore delle torture ai prigionieri, propiziato da una sequela di menzogne e di errori che hanno dell'incredibile, specie se ad incorrervi sono Paesi a forte valenza democratica e civile come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, per certo inadeguatamente rappresentati dagli uomini che ora li guidano ormai risucchiati in un vortice che ne evidenzia implacabilmente l' arroganza politica e l'inconsistenza etica.

Il governo di centrodestra ha tollerato che il nostro contingente militare in Iraq - lì per dichiarate iniziative post-belliche e di pace nonché di natura umanitaria e di aiuto alla popolazione - fosse diversamente utilizzato, rischiando suo malgrado il coinvolgimento in azioni efferate che suscitano nel mondo sgomento e riprovazione.

Per salvare il salvabile occorre far proprio l'appello del Presidente delle Repubblica Ciampi a lavorare sodo affinché in Iraq cessino le operazioni belliche, subentri l'Onu e la sovranità ritorni al popolo, che liberato dalla tirannide di Saddam Hussein saprà darsi ordinamenti idonei per costruire condizioni di pace e di sviluppo.

Guardando più da vicino in casa nostra la novità e rappresentata dalla reiterata e mai mantenuta promessa del Presidente del consiglio di abbassare le tasse, arrivata anche questa volta in prossimità di una consultazione elettorale.

Egli giura che farà sul serio, senza però dire dove troverà i soldi necessari e senza tagliare i fondi per la sanità, le pensioni, la scuola, la ricerca, i trasferimenti ai Comuni e chi più ne ha più ne metta, già ridotti al lumicino.

Cavaliere siamo al dunque , o ci dice dove trova i soldi o non le crediamo più.

14 maggio 2004

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Il giullare mette in guardia il principe.

Dall'editoriale di Vittorio Feltri (Direttore di Libero) del 7 maggio 2004.
Fai click qui per accedere all'articolo in formato più leggibile. 8 maggio 2004

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L'Europa è più grande.

Dal primo di maggio l'Unione Europea si è allargata da 15 a 25 Stati con una popolazione complessiva di 455 milioni di persone, un prodotto interno lordo (Pil) di circa 10000 miliardi di euro (quello americano è di poco superiore agli 11000 miliardi) con una capacità economica ed una potenzialità di mercato in grado di competere alla pari con chiunque.

Notevoli sono le occasioni di crescita soprattutto qualitativa che questa nuova realtà è in grado di esprimere al proprio interno con prevedibili vantaggi per ciascuno dei suoi componenti, ed all'esterno valendosi di un accumulo di conoscenze, esperienze e saperi già oggi di tutto rispetto è suscettibili di migliorare con la destinazione prevista del 3% del Pil alla ricerca teorica ed applicata (attualmente l'Italia spende circa l'1%).

Se a tutto ciò si aggiunge la possibilità di darsi un'unità politica con l'approvazione della Costituzione europea prima che Prodi termini il suo positivo incarico di Presidente della Commissione, si prepara per il vecchio continente uno stimolante futuro nel quale è possibile rilanciare lo sviluppo interno e giocare un ruolo di rilievo nel mondo globalizzato.

All'Unione Europea politicamente strutturata guardano con favore i fautori del dialogo per l'efficace ruolo che essa può svolgere nella pacificazione dei rapporti tra israeliani e palestinesi, dando sostanza al principio: un popolo, una terra per viverci in pace; alla normalizzazione della situazione in Iraq con il passaggio della sovranità ad un governo rappresentativo delle attese popolari; con l'aiuto alle popolazioni africane in difficoltà perché possano combattere le malattie ed intraprendere un autonomo cammino di sviluppo economico e sociale.

L'Europa ha cultura, sensibilità e autorevolezza per sviluppare relazioni amichevoli con i popoli del mediterraneo e dispone anche delle risorse per dare le gambe a questi propositi; inoltre essa può interloquire alla pari con America ed Asia (quest'ultima in accelerato sviluppo con il 25% delle esportazioni costituite da alta tecnologia) nelle grandi questioni che interessano la vita sul pianeta. Per operare in questo scenario occorrerebbe bandire piccinerie ed espedienti di bassa lega, come quello di presentarsi capolista alle elezioni europee ben sapendo che l'eventuale elezione sarebbe vanificata per incompatibilità se si è già parlamentare (e Presidente del consiglio dei ministri).

7 maggio 2004

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Ancora una promessa mancata.

Il terzo mandato per i Sindaci dei piccoli Comuni è purtroppo saltato.

Ancora una promessa mancata da parte del governo di centrodestra che lascia uno strascico di malumori soprattutto tra le migliaia di Sindaci che si reputano traditi nelle loro legittime aspettative.

Anche tra le fila astigiane di Forzitalia serpeggia la sfiducia della quale emergono segnali evidenti anche sui giornali ed in altre sedi.

Si nota inoltre una sorta di riluttanza dei candidati (Marmo docet) ad utilizzare il simbolo e/o a manifestare la propria appartenenza politica, preferendo l'approccio diretto e personale con gli elettori.

Si aggiunga infine che personaggi di spicco della vita politica come D'Antoni, ma non solo, sono passati al centrosinistra con motivazioni pubbliche fortemente critiche verso la politica del Polo, ritenuta contraddittoria e inadeguata rispetto a quanto dichiarato e promesso.

Tutto ciò evidenzia una diffusa scontentezza per i modi e per i risultati della politica praticata dal centrodestra nelle situazioni in cui esso è in maggioranza.

Per superare questo stato di cose occorre una vigorosa sterzata che rimetta la politica in linea con gli interessi reali del nostro Paese, a partire da quelli internazionali per arrivare fino alle nostre comunità locali.

Mentre fin da subito è necessario ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini mantenendo fede alle promesse ed alla parola data.

Paiono questi i temi che i cittadini si aspettano siano discussi nella campagna elettorale, unitamente a quelli riguardanti la vita concreta e le esigenze quotidiane, come la salubrità ambientale, la salute, la sicurezza, il reddito per vivere dignitosamente, il lavoro e l'economia che ad Asti più che altrove fanno drammaticamente sentire il loro peso.

Con l'impegno dei candidati ad occuparsene concretamente se eletti, dando mano a mano conto ai cittadini dei risultati ottenuti.

30 aprile 2004

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Dove sono i soldi ?

L'europa è nelle condizioni di svolgere un ruolo importante per contrastare il terrorismo, contribuire a decantare la crisi irachena, collaborare alla ricerca di un equa soluzione nel drammatico scontro tra israeliani e palestinesi. Anche per queste cose conteranno molto i risultati delle prossime elezioni europee.

Da tempo l'on. Galvagno afferma che l'attuale governo di centrodestra ha riversato sull'astigiano una cospicua quantità di soldi, ma ripetutamente invitato a dire a chi sono stati dati e per farne cosa non risulta a tutt'oggi che egli abbia risposto.

Nella scorsa legislatura gli onorevoli Rava, Voglino e chi scrive riuscirono ad ottenere dal governo di centrosinistra una trentina di miliardi per risolvere il problema delle giacenze di moscato che angustiavano produttori e cantine sociali.

Come parlamentari dell'astigiano e del monferrato ritenemmo doveroso agire così e lo dicemmo chiaro e senza reticenza.

Il Comune di Asti e la Provincia si sono accordati per realizzare il collegamento stradale sud-ovest e con il nuovo ospedale.

Si auspica che la soluzione individuata risolva anche il problema di accesso alla città dal sud della provincia. Di certo non si tratta della faraonica infrastruttura originariamente proposta che impattava inaccettabilmente con l'esistente situazione territoriale ed ecoambientale, ma di una mediazione che si chiede sia la migliore tra il desiderabile ed il possibile, da cui i cittadini e l'astigiano possano trarre gli attesi benefici.

Ascoltiamo accorate esortazioni anche da parte di persone che gestiscono importanti poteri istituzionali, economici e finanziari affinchè si privilegino iniziative volte a promuovere lavoro e sviluppo ad Asti e nell'astigiano.

Intanto però sarebbe bene che ciascuna di esse non rinunciasse a fare fin da subito e nella direzione auspicata quanto è già in suo potere, costruendo anche sinergie per migliorare l'efficacia del comune lavoro da compiere.

23 aprile 2004

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La rotonda è femmina ed il semaforo è maschio.

Una donna m'ha detto che la rotonda (rotatoria) stradale è femmina mentre il semaforo, che essa sostituisce vantaggiosamente, sarebbe maschio!

Anche per questo le rotonde avrebbero trovato applicazione da tempo e su larga scala in Francia e solo recentemente da noi.

Femmina nel senso di accogliente, sinuosa e gradevole da praticare con atteggiamento di reciprocità in vista di vantaggi condivisi. Tutt'altra cosa il semaforo che viene vissuto in modo nevrotico stando per centinaia di volte al giorno come alla griglia di partenza di altrettanti gran premi, considerando come valore l'andar di fretta sempre e comunque e facendo apparire tardoni i prudenti e responsabili: al maschile, appunto.

Rotonde al femminile dunque a mo' di invitanti aiole poco sopraelevate, con fiori e/o altre specie vegetali belle e profumate, capaci se occorre di fungere da quinta per ragioni viabilistiche, raccordate senza scalini al piano viario, di circonferenza variabile a seconda del traffico da smaltire in modo fluente, con evidenti vantaggi anche ecoambientali e per il sistema nervoso di chi guida.

Un certo numero di rotonde realizzate sono già fatte così o possono agevolmente diventarlo; altre paiono piuttosto ingombranti panettoni mal lievitati e indigesti. Se poi le auto le si spiaccicano contro bisogna chiedersi i perché, anche quelli più terra terra: come per esempio se sia giusto passare dal nulla a ostacoli così impiccioni, ed anche perché non consentire una via di fuga attraverso, a chi purtroppo sbaglia manovra; e se c'è qualcosa da migliorare porvi coraggiosamente e sollecitamente mano.

Perché imparare dagli errori e correggerli è considerata da sempre cosa saggia; diabolica, invece, incaponirsi e perseverarci.

16 aprile 2004

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Crisi e opportunità.

E' ormai un dato di fatto che molti di noi non ce la fanno a mantenere il tenore di vita decoroso faticosamente conquistato e rischiano di scivolare nell'incertezza del lavoro e del reddito, a motivo della difficile situazione generale aggravata dalla crisi di importanti aziende dislocate sul nostro territorio.

Da parte sua l'Istat ha rilevato che nel 2003 la pressione fiscale complessiva degli Enti impositori: stato, regioni, province e comuni è cresciuta dell'1%, i ticket sanitari sono aumentati e l'inflazione relativa ai prodotti di più largo consumo del paniere supera di gran lunga quella ufficiale.

Diminuisce il monte salari e stipendi, diminuiscono i redditi di lavoro autonomo, diminuisce il potere d'acquisto di questo insieme, pensioni comprese; si consumano i risparmi e ci si indebita per vivere e per fare le proprie cose. Il futuro si presenta incerto ed insicuro e s'è tentati di tirare i remi in barca aspettando tempi migliori, ma in questo modo nessun giovamento ne trarrebbe la situazione.

Meglio invece puntare i piedi come propongono i Sindacati astigiani e lavorare alla mobilitazione di ogni risorsa ed energia disponibile: istituzionale, imprenditoriale, di enti e banche e di quant'altri per fare massa critica, interrompere la deriva e ridarsi una comune giusta rotta.

Il quadro nazionale non aiuta molto in questo senso, perché il governo di centrodestra pare non vedere le difficoltà reali in cui versa il Paese e si dà priorità diverse e non condivise, che esacerbano gli animi, disamorano e ne sfilacciano la coesione e l'unità d'intenti, utili sempre e particolarmente necessarie nella situazione in cui ci troviamo.

Tocca quindi a noi, all'astigiano, predisporre e coordinare le misure necessarie, per la realizzazione delle quali tutti dobbiamo fare la nostra parte, in primis lo Stato per quanto lo riguarda, ricordando che oggi l'imprenditoria più avveduta e lungimirante sceglie un territorio in cui ci si possa insediare sollecitamente e nel quale siano disponibili servizi adeguati, competenze, saperi e mezzi per competere efficacemente nel mondo globale.

9 aprile 2004

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Parole (bugie?) e numeri.

Niente sofismi ma guardiamoci negli occhi. E' di fatto iniziata la campagna elettorale per le elezioni comunali, provinciali ed europee del 12-13 giugno, e sarà come sempre serrata, vigorosa, dura e le premesse ci sono tutte, con un limite che mi permetto di suggerire: che nessuno se ne debba vergognare comunque vadano le cose.

In passato non è sempre stato così, anzi. Ad esempio ad Asti sono state elette al governo della città persone degnissime e capaci, additate da persone di centrodestra che vi si contrapponevano come reprobi da cui guardarsi.

Non parliamo poi di bugie: c'è chi ne dispensa a più non posso pensando che la campagna elettorale sia un periodo franco, una sorta di carnevale dove ogni scherzo vale, in cui conta far colpo, ottenere lo scopo: il voto, poi chi ha dato a dato, chi ha avuto ha avuto, tutto si azzera e buona notte suonatori.

Ci sono modi più sottili, insinuanti e subdoli per fare breccia, come i cosiddetti messaggi subliminali, cioè deboli per essere coscientemente percepiti ma comunque sufficienti per condizionare le persone. Annovererei tra questi i messaggi che si richiamano e fanno proprii comportamenti di massa che vengono assunti ed orientati, senza andare tanto per i sottile, a proprio vantaggio elettorale.

Il manifesto del presidente Marmo parrebbe riconducibile a questa categoria e la "querelle" che s'è aperta sulla liceità del medesimo fornisce spunti interessanti in proposito, specie per la nostra gente che usa ancora dire pane al pane e vino al vino.

Per capirci meglio. Marmo, ad esempio, che ha governato cinque anni potrebbe ricordarci cosa aveva promesso di fare, cos'ha fatto in realtà, che situazione ha trovato in Provincia e come stanno le cose adesso; numeri soprattutto più che parole.

Viceversa chi si propone di avvicendarlo dovrebbe dirci perché vuole fare questo, presentarci i suoi programmi spiegandoci perché meritano di essere appoggiati e votati, illustrandoci i vantaggi che la Provincia nel suo complesso e le persone che sul territorio vivono ed operano ne possono ricavare. Anche in questo caso non servono tante parole quanto piuttosto esempi di cosa si è già stati capaci di fare in settori analoghi della pubblica amministrazione, nonché la competenza e la determinazione di cui si dispone per realizzare gli obiettivi dichiarati.

Vogliamo scommettere su chi ha il coraggio di muoversi così, invece di spendere centinaia di migliaia di euro per raccontarci fanfaluche che con la buona amministrazione c'entrano come i cavoli a merenda?

1 aprile 2004

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Derby e bugie.

E' noto il dissesto in cui versano i bilanci di numerosi squadre di calcio di serie A e B e le iniziative che il governo di centrodestra ha posto in atto per aiutarle, con il probabile intento di spostare l'inevitabile resa dei conti solo un po' più in là nel tempo.

E di tutta evidenza poi che chi si trova in queste condizioni non gode di una buona nomea, e quanto è successo domenica sera all'Olimpico di Roma ne è ulteriore conferma. Infatti il derby tra Lazio e Roma è stato interrotto perché le migliaia di presenti hanno creduto alla diceria che un ragazzo era morto nei tafferugli tra polizia e teppisti fuori dallo stadio, piuttosto che ai responsabili i quali assicuravano che non era vero.

A rendere i responsabili poco credibili può aver contribuito la scoperta di un ben fornito repertorio di bugie cui attingono con inusitata frequenza anche uomini importanti delle istituzioni, ingenerando nel popolo una sorta di irresistibile crisi di rigetto che, a torto od a ragione, non risparmia ormai nessuno.

26 marzo 2004

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Guerra e Pace

Guerra e Pace sono parole ricorrenti che pesano come pietre e che per la mia generazione hanno anche una inaudita concretezza ed un prima, un durante e un dopo.

Un prima della guerra, di pace, con ristrettezze economiche e parsimoniosità indotte dalle dure circostanze, ma anche giochi spensierati e gioia di vivere.

Un durante la guerra con bombardamenti e mitragliamenti aerei, rastrellamenti, impiccagioni e fucilazioni da parte dei nazifascisti durante la Resistenza e tanto impegno per sopravvivere.

Un dopo guerra di pace assaporata e durevole e tanto lavoro per tornare all'onore del mondo e progredire.

Adesso nel mondo ci sono guerra e pace in una sorta di indistinto dove tutto si mescola con il quotidiano, una conflittualità per lo più inedita, ambigua, oscura che poco o nulla ha in comune con il passato se non i morti e le distruzioni; e un malcelato senso di insicurezza e di incertezza nel futuro accompagna i nostri giorni.

Avvisaglie in questo senso c'erano già state a partire dagli anni '70 del secolo scorso; da noi, ma non solo, riguardavano il terrorismo interno, i cosiddetti anni di piombo le cui modalità si era ben lungi dal pensare si diffondessero a livello planetario.

Insieme alla percezione dei rischi che ognuno di noi corre si fa però strada il pensiero che gran parte dell'umanità sia sulla stessa barca, vale a dire che ci accomunino alcuni interessi di base che possiamo e dobbiamo coltivare insieme, come il diritto a vivere una vita dignitosa nel rispetto delle diversità ed in armonia con il creato.

E che ciò ci induca e ci solleciti a cercare di comunicare e approfondire la conoscenza reciproca attraverso il dialogo, rifuggendo dall'azione cruenta e dal terrorismo perché mali in sé e contraddittori rispetto agli obiettivi desiderabili di una vita migliore sul pianeta a partire da chi sta peggio.

Parcheggiando da qualche parte una forza buona da usare qualora sorgano ostacoli non altrimenti superabili.

26 marzo 2004

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Sui fatti di Spagna.

La lezione che si ricava dai fatti di questi giorni che hanno l'epicentro in Spagna, ma i cui effetti si irradiano dappertutto, è che le controversie che si manifestano nel mondo globalizzato vanno affrontate e risolte dialogando a partire dalla ricerca delle cause che le hanno determinate, non abusando nell'uso della forza, che ha nel terrorismo la sua espressione più barbara e feroce.

D'altro canto le interazioni e le interdipendenze obbligate che si verificano nella complessità dell'agire quotidiano nelle società evolute presuppongono una fiducia di base che si realizza se le persone coinvolte riconoscono soddisfatte, o almeno presenti, legittime aspettative per sé, insieme alla costruzione di eque condizioni di vita per tutti, una giustizia condivisa, la fermezza nel mantenere le intese e i patti stipulati tra diversi e l'applicazione quando occorre di una forza buona che garantisca tutto ciò.

Tutto questo postula, richiede che il dialogo tra diversi sia lo zoccolo duro su cui fondare l'inedita convivenza che si apre tra i popoli del mondo.

Certo si tratta di un lavoro da compiere mano a mano con paziente attenzione e cura, cui dobbiamo accingerci fin d'ora tra chi ci sta, anzi che abbiamo di fatto già incominciato a fare e che dobbiamo proseguire, sospinti ma non costretti da avvenimenti anche tragici che ne costellano il percorso.

19 marzo 2004

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Donne e politica.

A Madrid il terrorismo ha fatto esplodere treni carichi di persone: orrore e barbarie .

Il terrorismo è un male grave, ricorrente che deve essere prevenuto per quanto possibile, contrastato e battuto quando si manifesta, mentre si conduce la vita di ogni giorno, tenendo per prudenza la guardia un po' più alta del solito.

Precursore e vitale il Comune di Villanova si è proprio comportato così, trovandosi ad ospitare il giorno stesso della strage le donne che hanno discusso della loro partecipazione alla politica in ogni sua espressione: nella vita quotidiana, nella società, nelle istituzioni.

Una serata non preordinata, spontanea, vera con e tra donne soprattutto ma aperta a tutti. Voglia di dire e di ragionare, spunti significativi, approfondimenti , un buon clima complessivo.

Fernanda Marchisio ha moderato da par suo, Piera Bruno, Lina Cinardo, Domenica Demetrio, Maria Ferlisi, Mirella Margarino e Antonietta Tituccio, tutte amministratrici pubbliche o impegnate nel Movimento delle donne, hanno dato smalto all'incontro ben coadiuvate dagli interventi di altre donne presenti.

Chiamati in causa gli uomini si sono confrontati senza reticenze. C'è stato anche un piacevole intermezzo canoro tutto femminile intonato alla serata.

E' emerso che le condizioni materiali e di vita delle donne non le invogliano ad assumere ruoli politici, ma quando vi si dedicano la realtà ne beneficia, perché delle situazioni e dei problemi esse colgono l'essenziale con sensibilità femminile.

Resta il fatto che la politica è praticata con tempi e modalità al maschile e per uscire da questo circolo vizioso sono necessari anche atti di coraggio personali, come l'insistere delle donne per esserci con pari opportunità, "costringendo" la politica a tenere in maggior conto le loro peculiari esigenze.

Da parte sua la politica ha bisogno dell'insostituibile apporto femminile, possibile se l'altra metà del cielo potrà esprimere al meglio la propria stimolante, inedita originalità.

19 marzo 2004

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Sulla globalizzazione.

La globalizzazione è nelle cose e farla lunga sul fatto se sia buona, così così, o cattiva mi pare pleonastico. Mentre può servire capire meglio e vedere se è possibile metterci del nostro, oppure se tutto è già stabilito.

Intanto globalizzazione vuol dire che quanto capita da qualche parte sulla nostra piccola Terra si fa sentire dappertutto e che quindi in un modo o nell'altro siamo tutti coinvolti.

Poi vuol anche dire che persone, animali e merci si spostano più o meno liberamente per il mondo a loro piacimento, certo influenzate da convenienze economiche o per altri motivi per lo più molto concreti, che però hanno sempre a che fare con l'agire delle persone in carne ed ossa.

Nella globalizzazione possiamo quindi metterci del nostro e orientarla perché gli indigenti vivano per intanto in modo accettabile e dei suoi vantaggi possa godere la stragrande maggioranza del genere umano e non solo una minoranza di privilegiati.

Per convincerci che questa è la strada da battere ritengo siano sufficienti questi dati: l'attesa di vita media della popolazione della Sierra Leone (Africa occidentale) è di 39 anni, mentre è di 82 anni in Svizzera; un'analoga differenza si riscontra tra gli abitanti dei quartieri poveri di New York e gli abitanti dei quartieri ricchi della stessa metropoli.

La percezione che la globalizzazione può e deve cambiare questo stato di cose ha spinto il Movimento sindacale a farsi carico - insieme alla F.A.O. (Ente che combatte la fame nel mondo) al Comune di Roma ed a Organizzazioni del volontariato - di una iniziativa che si terrà a Roma nel mese di aprile prossimo per affermare l'idea che a partire dall'Africa continente negletto, devono e possono essere rimosse le condizioni che impediscono a miliardi di persone di partecipare alle opportunità della globalizzazione, perché non può esistere un mondo intercomunicante sano ed in cui sia bello vivere se delle sue parti sono piagate dalla denutrizione,dalle malattie e dall'abbandono.

10 marzo 2004

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Sulle rotonde stradali.

In una notte della scorsa settimana un'auto che percorreva la statale numero 10 si è schiantata contro la nuova "rotonda" posta nell'intersezione con la strada provinciale per Monale con conseguenze anche letali tra gli occupanti.

La drammaticità dell'evento mi riporta alla mente le diverse caratteristiche costruttive di questo manufatto rispetto ad altri del suo tipo. Esso si erge infatti di circa un metro rispetto al piano viario, ed il terrapieno centrale è delimitato tutt'intorno da un muretto, mentre altre rotonde consimili sono molto più appiattite e raccordate al piano viario con elementi che non costituiscono ostacolo.

Inoltre non risulterebbe dotato di dispositivi rifrangenti che ne facciano comunque risaltare la presenza, specie nelle circostanze di scarsa visibilità a qualunque causa attribuibili.

Le "rotonde " o "rotatorie" assolvono egregiamente al compito di rendere più sicuro e scorrevole il traffico veicolare negli innesti e negli incroci, ma si tratta pur sempre di elementi nuovi rispetto alle situazioni precedenti, talché sarebbe buona cosa tenerne conto nella scelta della tipologia costruttiva, ed in seguito monitorarne il funzionamento con lo scopo di apportarvi eventuali migliorie qualora le circostanze concrete segnalassero tale necessità.

Il caso di cui si tratta potrebbe annoverarsi tra queste.

10 marzo 2004

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Sul servizio ferroviario.

Per i miei spostamenti nell'astigiano uso il treno con più frequenza che in passato ed ho quindi occasione di vedere direttamente come vanno le cose da quelle parti.

Accenno solo al servizio viaggiatori; infatti un discorso a parte andrebbe fatto per il trasporto delle merci quantitativamente ancora inferiore alla media degli altri Paesi dell'Unione Europea.

Circa il rispetto degli orari e la qualità del materiale rotabile mi pare che il servizio reso ai viaggiatori sia nella norma.

Sono invece presenti lacune nella frequenza delle corse e nella cadenza degli orari che non sempre coincidono con le esigenze di chi viaggia quotidianamente per lavoro e per studio, specie sulle linee cosiddette secondarie, che invece potrebbero rappresentare anche una interessante alternativa trasportistica a vantaggio della periferia del capoluogo e dei comuni contermini, come recentemente suggerito da rappresentanti dell'opposizione (Udc) e dall'amministrazione di Asti.

Quelle che ho visto proprio male sono le stazioni, alcune addirittura non più attive né altrimenti utilizzate, lasciate nell'incuria e alla mercé del vandalismo delle cose di nessuno.

Tra quelle attive è meno importanti ci si imbatte in situazioni di trascuratezza e di abbandono con serramenti, arredi e suppellettili deteriorati, servizi igienici inaccessibili, graffiti per ogni dove, avvisi e informazioni sul servizio di incerta affidabilità.

Un senso di sconfortante impotenza e di disagio pervade al solo accedervi e dissuade dall'intrattenervicisi se non costretti dalle circostanze.

Ahimè, quale stridente contrasto tra queste situazioni e le immagini che le ferrovie danno di sé attraverso la pubblicità!

E pensare che forse basterebbe un minimo di presenza umana di servizio in più, oggi ridotta all'osso, per evitare il degrado e ridare dignità ai luoghi e rispetto per chi li frequenta ed allo stesso servizio pubblico che le ferrovie sono chiamate a rendere.

5 marzo 2004

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La differenza tra governare e comandare.

Da un recente sondaggio risulta che 8 italiani su 10 non ne possono più dello scontro frontale del governo di centrodestra con l'opposizione e - aggiungo io - con il resto del Paese.

Il presidente Ciampi va pellegrino per l'Italia ad esortare di abbassare i toni e rimettere i rapporti sui binari del confronto democratico, in cui chi governa discute, decide e fa, mentre l'opposizione controlla che si faccia nel modo giusto quanto promesso. E si fa sentire se le cose non vanno.

Da qualche tempo però la normalità della politica è latitante mentre sono in scena l'invettiva, lo scontro, la denigrazione dell'avversario, trascurando le esigenze reali dei cittadini e minando così la loro fiducia nella capacità della politica di risolvere i problemi.

Le ragioni di questa anomalia tutta italiana possono essere parecchie, riconducibili però, a mio modo di vedere, alle due grandi categorie "del governo e del comando".

A chi governa compete costruire decisioni nell'interesse generale mediando con sapienza ed equità tra i molteplici interessi e le esigenze presenti nel Paese. Il comando invece lo esercitano i preposti a realtà strutturate per raggiungere legittimi interessi particolari: aziendali, imprenditoriali, ecc.

E' importante non mescolare indebitamente questi due modi di fare per evitare guai seri, ed anche sofferenze per la democrazia.

Il rischio che nella politica nazionale succeda questo purtroppo c'è ed i fatti sono lì a testimoniarlo.

Le forze politiche e le istituzioni cercano di tenere a bada questa anomalia ma non ce la fanno a risolverla. Tocca quindi alla sovranità popolare rimettere a posto le cose con naturalezza.

Le occasioni per farlo democraticamente di certo non mancano.

1 marzo 2004

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Ragionamenti su cosa può dirci la tragica morte di Marco Pantani.

Intanto che un giovane famoso di 34 anni può essere così scontento di come si è messa la sua vita da lasciarsi drammaticamente andare fino a perderla.

Poi che a se stessi non si può chiedere più di quanto si possa dare. La scommessa è di riuscire a dare il meglio di sé ed essere contenti, senza essere "costretti" a diventare altro da sé per primeggiare, perché si tratterebbe comunque di traguardi effimeri su cui non si può investire per la vita.

La più grande ricchezza di cui ogni persona dispone è la propria irripetibile unicità, cioè ciascuno di noi è diverso da tutti gli altri. Questa caratteristica ognuno deve poterla sviluppare al meglio per la propria personale felicità e come dono verso gli altri con cui vive ed opera.

La gratificazione personale sta certo anche nei riconoscimenti che riusciamo ad ottenere dagli altri. La felicità è però una gratificazione più complessiva che mi pare abbia a che fare con la consapevolezza di riuscire ad esprimere al meglio la propria insopprimibile unicità, e proprio per questo essere apprezzati.

Per natura non siamo autosufficienti, quindi dipendiamo dalla socialità, dall'amicizia, dall'aiuto reciproco che riusciamo insieme a costruire per esprimere al meglio noi stessi. Solo il concerto delle nostre personali, irripetibili unicità consente di trovare risposte adeguate alle nostre singole esigenze esistenziali, cioè di vita.

Macerarsi in solitudine nella ricerca di risposte che non possono venire, o che vengono a pochi eccezionalmente dotati, significa precluderci la possibilità della socialità che è di tutti e per tutti. Ci serve però il dono dell'umiltà di chiedere e il coraggio di dare.

Possa lenire il nostro dolore per la sua morte il pensiero che Marco abbia voluto dirci che possiamo farcela ma che è impervio e superiore alle singole forze di ognuno pensare di riuscirci da soli.

Scusate l'ardire.

23 febbraio 2004

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Tre mandati per i sindaci dei piccoli comuni.

Si sa che nella stragrande maggioranza dei piccoli comuni italiani - nell'astigiano sono 113 su 118 - non è agevole trovare candidati alle elezioni comunali; figuriamoci per i Sindaci. Da qui l'insistente richiesta al governo di centrodestra per ottenere il prolungamento da due a tre mandati consecutivi per i sindaci dei comuni fino a 5000 abitanti, senza purtroppo cavare finora il classico ragno dal buco.

Siccome però chi c'è l'ha dura vince, insistono l'Associazione dei piccoli comuni e la Consulta dei piccoli comuni dell'Anci (Ass.naz. comuni italiani) "minacciando" addirittura la presentazione di liste di sindaci uscenti alle prossime elezioni amministrative di fine maggio inizio giugno di quest'anno.

Il provvedimento di proroga è fermo da tempo nella Commissione affari costituzionali del senato, dalla quale sembra ora filtrare una qualche disponibilità, limitata però ai comuni fino a 1000 abitanti: si tratterebbe di una sorta di beffa che scontenterebbe tutti perché ritenuto inaccettabilmente restrittivo.

Ora il tempo urge perché la campagna elettorale è alle porte e migliaia di sindaci italiani in scadenza non possono decidere del loro futuro se prima non viene risolta la questione del terzo mandato, che ragionevolezza e buon senso suggerirebbero di consentire. Invece l'incertezza regna ancora sovrana e al centrodestra al governo pare non bastino i numeri di cui dispone con dovizia in parlamento per far passare il provvedimento, anteponendo ai tatticismi di convenienza che hanno il fiato corto la pratica lungimirante dell'interesse generale e del bene comune.

In conclusione anche se i più ritengono improbabile una resipiscenza dell'ultima ora e attribuiscono poche possibilità a che il provvedimento sia approvato, suggerirei di non darlo per perso, continuando quindi a sostenere le iniziative che lo rivendicano. Nel frattempo sembra ragionevole che ciascuno assuma le proprie decisioni, riservandosi di modificarle in corsa se sopravverrà il miracolo.

16 febbraio 2004

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Il nuovo ospedale "Cardinal Guglielmo Massaia" di Asti.

È prossima l'apertura di alcuni reparti del nuovo ospedale "Cardinal Guglielmo Massaia" di Asti. Si tratta di un evento del quale l'astigiano può andare fiero ed i cui benefici saranno presto evidenti e si protrarranno nel tempo, perché mentre si forniscono ai cittadini servizi di qualità si valorizza sia il Personale che vi si dedica che il più generale contesto nel quale questi servizi sono prodotti, sviluppando un modo virtuoso di operare, foriero di benefici per tutti.

Il conseguimento di questo importante obiettivo ha richiesto impegno e dedizione diffusi e di lunga lena, praticati da chi vi ha posto concretamente mano spesso con riservatezza tutta monferrina ed in alcuni casi patendo anche ingiuste sofferenze personali. Sarebbe quindi insensato e deprecabile se nella campagna elettorale alle porte si ripetesse da parte di qualcuno il tentativo di attribuirsi meriti particolari inesistenti.

A questo punto ci si attende che la dirigenza Asl gestisca la delicata fase di passaggio dal vecchio al nuovo ospedale, ottimizzando l'utilizzo dei notevoli spazi disponibili, garantendo per essi l'irrinunciabile destinazione a servizio pubblico e si adoperi per la continuità delle attività affinchè i pazienti possano fruire quanto prima dei vantaggi offerti dal moderno complesso, anche per quanto riguarda la riduzione dei tempi di attesa per alcuni interventi che oggi si protraggono oltre misura, tanto da indurre gli interessati a cercare soluzioni presso altre strutture sanitarie sia pubbliche che private, con costi insostenibili per le tasche dei meno abbienti nel caso di ricorso a queste ultime.

Rintuzzando l'ignavia e la trascuratezza del governo di centrodestra verso i problemi del servizio sanitario pubblico e senza dimenticare che per essere raggiunto sollecitamente il nuovo ospedale necessita del collegamento stradale sud-ovest della cui pratica non si conoscono gli sviluppi recenti.

Resta infine aperto il problema dei servizi sul territorio provinciale per l'assistenza sanitaria di "routine", la prevenzione e la cura di patologie che possono trovare risposte sussidiarie adeguate sul posto, con soddisfazione dei pazienti e contenimento degli spostamenti e dei costi, realizzando una sorta di armonico "sistema sanitario diffuso" che ha il suo punto d'eccellenza nel nuovo ospedale.

9 febbraio 2004

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Cirio e Parmalat.

In Argentina laggiù, Cirio e Parmalat a casa nostra e finisse qui. Guai analoghi in Europa ed anche più consistenti in America. Gli Stati e le aziende si fanno finanziare dai risparmiatori con obbligazioni (prestiti) e capitali di rischio (azioni) e poi vengono meno ai loro impegni, li gabbano e li truffano a centinaia di migliaia.

Non si dà retta ai segnali premonitori e ci si accorge del guaio quando non c'è più rimedio. Interviene la magistratura che indaga per capire e sanzionare, intanto però per i risparmiatori la frittata è fatta e devono inseguire per recuperare qualcosa.

I risparmiatori, di cui si dice "veloci come lepri e memori come elefanti", attratti invece dagli specchietti per le allodole dei guadagni facili o mal consigliati da chi dovrebbe saperne di più.

Perverso intreccio di interessi di chi sedendo contemporaneamente nei consigli di amministrazione di società e di banche di cui le società sono clienti, facilita i crack.

Dire genericamente che i colpevoli possono essere tanti è come dire che nessuno è colpevole. Intanto pantalone paga e spellato grida la sua rabbia e il suo dolore.

In America si colpisce duro: appesantite le punizioni compresa la detenzione per i responsabili ed i collusi, via gli inetti e gli incapaci; in Europa si lavora ad efficaci regole comuni; in Italia invece il governo di centrodestra ha affievolito le sanzioni nei confronti di chi turlupina il prossimo falsificando i bilanci societari, permettendo inoltre di sanare con poco, pesanti evasioni fiscali: iniziative contraddittorie, improvvide e poco edificanti.

Nonostante tutto ciò non si deve fare di ogni erba un fascio ma discernere e contrastare il conflitto di interessi in ogni sua espressione, operare perché il risparmio sia valorizzato e tutelato, per la trasparenza dei bilanci societari, perché i responsabili ed i preposti ai controlli rispondano anche patrimonialmente e senza limiti di tempo dei danni derivanti dalla loro condotta riprovevole.

Imparando anche da queste dannate circostanze a prendere in mano il nostro destino, perché anche da questi segni si capisce che tocca ad ognuno di noi e non possiamo tirarci indietro.

26 gennaio 2004

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Sulla Provincia.

Per un anno, un anno impegnativo, dal 1995 al '96 ho fatto l'assessore ai lavori pubblici in provincia di Asti; c'era stata la drammatica alluvione dell'autunno 1994 e i gravi danni che essa aveva provocato. Senza pause il lavoro della giunta di centrosinistra: numerose le opere pubbliche da riparare o da ricostruire, l'autostrada At-Cn da mandare in porto, l'università ad Asti, in vista del Giubileo il restauro del patrimonio romanico e non solo sul territorio per miliardi, sbloccate iniziative ferme da anni: ricordo lo stato di abbandono in cui si trovava il costruendo istituto tecnico di Canelli.

Per dire solo le prime cose che mi vengono in mente.

Ci rimboccammo le maniche tutti insieme, amministratori e personale, assumendoci le doverose responsabilità di cui alcuni patiscono ancora gli strascichi. Usammo con parsimoniosa oculatezza le disponibilità del modesto bilancio ereditato, recuperando risorse nel corso della breve legislatura (4 anni anziché 5 come adesso).

Mandammo in porto iniziative che sembravano impossibili quando vi ponemmo mano: merito di tutte le persone che vi hanno lavorato con doveroso impegno, competenza, dedizione, apparendo poco o punto, e della collaborazione dei Comuni.

Ricordo una vigorosa opposizione di centrodestra con venature ostruzionistiche e il ricorso a tutto l'armamentario disponibile. Si trattò per me di una esperienza breve ma formativa, propedeutica direi, anche per l'impegno parlamentare che ne seguì.

In questi anni sono cambiate molte cose, i compiti della Provincia sono aumentati rispetto ad all'ora ed il bilancio è cresciuto in proporzione. Governa il centrodestra e c'è un opposizione che mi pare criticamente attenta al merito delle cose che vengono fatte, senza pregiudizi né formalismi deteriori ed anche propositiva - per quanto consentono i modi di operare della maggioranza - come s'ha da fare in democrazia che stimola ad aggiungere a quanto di buono e utile è stato fatto in precedenza, quant'altro di buono e utile si è capaci di fare a propria volta; facendo inoltre tesoro delle critiche, dei giudizi e delle proposte altrui, perché anche di questo si alimenta e vive la democrazia.

19 gennaio 2004

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ultimo aggiornamento il 1 ottobre 2006 scrivi al webmaster